Fondazione Floresta Longo: presentazione progetto Ad Vocatus. ‘Soft Skills’ per la professione legale ‘cultura e metodo, fattori chiave per la competitività’. Tecniche di apprendimento e gestione dell’emotività per i giovani professionisti che dovranno affrontare l’esame orale di abilitazione
CATANIA – Il ruolo della professione legale nel complesso sistema contemporaneo: questo il focus di una realtà in continua evoluzione che richiede nuove competenze per la formazione dei giovani avvocati. Una sfida culturale raccolta e rilanciata dalla Fondazione Floresta Longo, che ha presentato il progetto “Ad Vocatus”: un corso innovativo per la preparazione all’esame orale di abilitazione alla professione forense. Un percorso formativo incentrato, per la prima volta, proprio sulle cosiddette “soft skills”: dalle tecniche di apprendimento e memorizzazione rapida alla gestione dell’emotività, passando per le strategie comunicative.
«Uno degli obiettivi della Fondazione – ha spiegato il presidente Antonino Longo – è quello di formare i futuri avvocati che dovranno misurarsi all’interno di un mercato del lavoro professionale sempre più dinamico e complesso. Crediamo che cultura e metodo siano punti chiave nella formazione della nuova classe dirigente, ragione per cui la Fondazione ha, nell’ambito della sua attività istituzionale, affiancato e finanziato con quasi settanta borse di studio la crescita professionale di giovani in grado di scommettere sulla conoscenza quale fattore essenziale della competitività. Il nostro punto di forza è l’interdisciplinarietà del gruppo di ricerca – ha commentato Longo – il cui Comitato Scientifico conta 30 ricercatori e studiosi, italiani e stranieri, organizzati in otto aree tematiche che vanno dal diritto all’economia, passando per la medicina, la fisica e l’ingegneria».
«I moduli formativi di Ad Vocatus sono rivolti a coloro, giovani e meno giovani, che devono sostenere la prova orale di abilitazione dopo aver superato gli scritti – ha sottolineato il direttore del corso Andrea Maria Bonaccorso- e lo scopo è quello di fornire strumenti metodologici che saranno utili al neo avvocato anche successivamente. La professione legale è cambiata molto rispetto al passato, sia in termini di contesto sia in termini di competenze richieste dal mercato. La strada da percorrere è quella della formazione e dell’aggiornamento professionale di alto livello, per questo abbiamo deciso di puntare sulle strategie di apprendimento e comunicazione».
In cattedra ci sarà anche l’esperto di processi d’apprendimento Mauro Cantoia, il quale – durante le cinque settimane del corso – illustrerà le tecniche volte al miglioramento della memoria grazie all’utilizzo delle mappe mentali e concettuali, oltre che di strumenti di comunicazione efficace: «È possibile migliorare e potenziare tutti questi aspetti – ha commentato – basta applicare il metodo che proponiamo. Oggi le competenze trasversali sono quelle che fanno la differenza, soprattutto in ambito forense. Occorre anche smitizzare un po’ l’immagine tecnicistica dell’avvocato, poiché oggi un buon giurista deve possedere nel proprio bagaglio culturale strumenti conoscitivi che appartengono alla sociologia, alla psicologia, al management». Considerazioni condivise anche dal tutor del corso Giuseppe Giunta, giovane avvocato che ha ricevuto il riconoscimento “Toga d’oro 2014″ proprio per i risultati ottenuti all’esame di abilitazione: «Suggerisco questo corso proprio per il taglio pratico che si sofferma su temi e metodi che spesso non si trovano sui libri, ma che sono importanti per la crescita professionale dei futuri avvocati».