Sanità Sicilia: in Commissione errori sanitari, ascoltati i verti delle asp di Ragusa, Siracusa ed Enna
Sono stati ascoltati dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari regionali, presieduta dall’onorevole Leoluca Orlando, i direttori generali delle Aziende sanitarie provinciali di Enna e Siracusa e il Direttore sanitario dell’Asp di Ragusa. Con questo ultimo incontro e con quello, previsto a breve, con i DG delle ASP di Trapani, Agrigento e Caltanissetta, la Commissione intende concludere l’istruttoria per la presentazione della Relazione conclusiva del filone di inchiesta sulla sanità siciliana.
Gli auditi, al fine di fornire una analisi aggiornata dello stato di attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario regionale e della rimodulazione complessiva della rete ospedaliera, hanno fornito elementi di informazione sulle Aziende sanitarie provinciali da loro dirette, con particolare riferimento all’aggiornamento dei riscontri documentali trasmessi lo scorso anno dopo l’incontro a Catania.
In particolare, relativamente alla situazione della Provincia di Siracusa, al dottor Maniscalco è stato chiesto di poter acquisire tutta la documentazione inerente le procedure concorsuali espletate nell’ultimo triennio, al fine di conoscere i criteri di scelta dei primari, la valutazione dei rispettivi curricula ed eventuali interferenze nella scelta. Su sollecitazione dell’onorevole Pippo Gianni, in merito all’ospedale di Augusta, dove si è intrapresa la strada del depotenziamento che porterà alla chiusura, la Commissione ha contestato la non applicazione dell’articolo 6 della legge regionale 5, che prevede il potenziamento degli ospedali della zone industriali. Sono state richieste, inoltre, notizie sul nuovo ospedale di Siracusa, per il quale era stato individuato il finanziamento nell’ex articolo 20 del Bilancio dello Stato, ma del quale non si hanno più notizie, con grave conseguente sperpero di denaro e aumento dell’emigrazione sanitaria. La Commissione ha ribadito, infine, la necessità di attivare le rianimazioni di Avola e Lentini, la cui mancata operatività, dovuta solo a ritardi burocratici, si traduce in sprechi di denaro e possibili danni alla salute dei cittadini, impegnandosi a sollecitare in merito l’Assessore regionale alla Sanità Massimo Russo.
Per quanto riguarda la situazione di Ragusa, al Direttore sanitario della Asp, Pasquale Granata, è stato chiesto un aggiornamento conoscitivo in relazione all’offerta sanitaria nei presidi di Scicli e Comiso, dove si registrano in particolare problemi relativi al servizio del pronto soccorso – la cui chiusura è stata rinviata a causa delle numerose proteste dei cittadini – e problemi relativi alle lunghe liste d’attesa per gli esami di mammografia, endoscopia e risonanza magnetica, liste che provocano il frequente ricorso a strutture private.
Al dottor Baldari, direttore generale della Asp di Enna è stato chiesto di illustrare gli ulteriori sviluppi nel frattempo maturati nell’evolversi dell’offerta sanitaria nei territori di Leonforte, Piazza Armerina, Nicosia ed Enna, già oggetto di pregressa corrispondenza. Per quanto riguarda l’ospedale di Enna, vista la conformazione del territorio e il deficit di infrastrutture stradali, la Commissione ha sottolineato la necessità di attivare percorsi di nascita, che possano garantire sicurezza alle partorienti, unitamente a un potenziamento dei reparti di neonatologia, ostetricia e rianimazione pediatrica. Un’esigenza tanto più stringente, dopo la chiusura degli altri punti nascita della zona (Piazza Armerina e Leonforte).
“Non naviga in buone acque la sanità siciliana, ma la Commissione apprezza lo sforzo di diminuire gli sprechi che da anni la affliggono. Permangono criticità nell’emergenza-urgenza, che la Commissione continua a segnalare, così come permane l’impropria e inaccettabile interferenza di alcuni esponenti politici nel settore sanitario, che privilegiano il clientelismo a discapito della meritocrazia”, ha commentato l’onorevole Burtone.
“Oltre a eliminare le criticità e potenziare i servizi, è necessario pubblicizzare le tante eccellenze presenti in Sicilia, per contrastare in modo significativo quella emigrazione sanitaria che costa alla Regione circa 350 milioni di euro l’anno e porta i siciliani ad abbandonare l’Isola in cerca di migliori cure”, ha commentato l’onorevole Gianni.