Pino Toro. La situazione politica di Palermo agli inizi degli anni Ottanta era caratterizzata da un ceto politico autoreferenziale sordo al bene comune e non estraneo ad interessi mafiosi.
Un gruppo coraggioso di intellettuali si oppose con energia a questo andazzo, dando luogo a un movimento che voleva rinnovare la politica.
Già c’erano stati i primi sintomi che il clima sociale stava cambiando.
Il Convegno ecclesiale Evangelizzazione e Promozione Umana
Nel 1976 con il Convegno ecclesiale Evangelizzazione e Promozione Umana si mettono a frutto gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, che aveva sancito un ruolo attivo del laicato cattolico all’interno della Chiesa, mettendo in discussione quella unità politica che si era dimostrata spesso lontana da una autentica ispirazione cristiana e prona al clericalismo più becero.
Gli eventi tragici che si verificarono a partire dal 1980 con l’uccisione di Piersanti Mattarella, Pio La Torre e Carlo Alberto dalla Chiesa fecero da detonatore a una contestazione radicale diffusa dei partiti e a una forte spinta verso il protagonismo dal basso dei cittadini.
Una città per l’Uomo
Già nel 1980, Una Città per l’Uomo si apprestava a nascere, cominciando dall’Università e dai quartieri. Figure importantissime furono i gesuiti Francesco Paolo Rizzo ed Ennio Pintacuda e il cardinale Salvatore Pappalardo, che dal pulpito denunziava senza mezzi termini ambiguità e omissioni di fronte al malaffare dilagante. Poi c’era un gruppo di preti impegnati nel territorio, soprattutto nelle periferie della città.
I Consigli di circoscrizione
I Consigli di circoscrizione, per quanto con poteri modesti, per i quali si votò per la prima volta nelle amministrative del 1985, portarono un fermento notevole, spingendo giovani e meno giovani a un impegno diretto in politica.
Poi, come è noto, il processo di rinnovamento si è progressivamente affievolito.
Resta il fatto che Una Città per l’Uomo è stato uno dei fenomeni sociali di rottura più rilevanti dal dopoguerra a oggi.
Abbiamo rivolto a Pino Toro qualche domanda.
Un libro testimonianza
L’Inchiesta Sicilia – Perché è importante un libro di testimonianze?
Pino Toro – La memoria è importante perché le situazioni si ripropongono e guardare al passato può portare stimoli verso il cambiamento. Anche oggi la politica è statica, tutto sembra paralizzato o funzionale a interessi di parte.
Umanizzare la politica
L’Inchiesta Sicilia – Cosa significa in concreto umanizzare la politica?
Pino Toro – Per me che sono un cattolico praticante significa principalmente promuovere la persona umana. Il concetto fondamentale è perseguire il bene comune, attenzionare le aree più disagiate. Almeno per quanto riguarda il livello locale.
Gli obiettivi di Una Città per l’Uomo
L’Inchiesta Sicilia – Città per l’Uomo fu un tentativo di rinnovare la Democrazia Cristiana o un processo in parte mancato di rigenerare la politica in genere?
Pino Toro – L’uno e l’altro. La Democrazia Cristiana degli anni Ottanta era ancora il partito di Salvo Lima e Vito Ciancimino, la sede di un potere cinico e colluso, con i militanti espropriati del diritto di incidere sulle decisioni politiche. Ecco perché i veri cattolici scelsero un’altra strada, che li condusse a un movimentismo non reticente.
Fu così che nacque “Una Città per l’Uomo”.
Parallelamente la società palermitana e la Chiesa locale si risvegliarono. Il cardinale Pappalardo fu un protagonista di quella svolta.
L’influenza di Una Città per l’Uomo
L’Inchiesta Sicilia – Quanto ha inciso Una Città per l’Uomo nel sociale e nel volontariato?
Pino Toro – Tantissimo. Il movimento nasce inizialmente all’Università e nei quartieri. L’esigenza era quella di modificare l’assetto sociale. Molti aderenti erano già promotori di attività di volontariato.
Esperienza riproponibile?
L’Inchiesta Sicilia – Nell’attuale scenario, caratterizzato da squallide operazioni di potere, è riproponibile un’esperienza come Una Città per l’Uomo?
Pino Toro – Oggi vedo lo stesso immobilismo di allora. I partiti sono concentrati nei loro conflitti interni e perdono di vista le vere urgenze sociali. Certo che ci vorrebbe un movimento dal basso per scuotere le coscienze di tutti.