Voglia di Cinema! – I consigli di Massimo Arciresi
American Ultra (id., USA/Svizzera, 2015) di Nima Nourizadeh con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Connie Britton, Topher Grace
L’accoppiata Eisenberg/Stewart (uno svagato, enigmatica l’altra) funzionava già discretamente nel trascurato Adventureland e forse non sfigurerà nell’alleniano Café Society. Semmai a impensierire era il regista d’origine iraniana Nourizadeh, che ha alle spalle un precedente (Project X – Una festa che spacca) fondato sulla fuffa. Non che stavolta voli alto, ma perlomeno sceglie una cifra umoristica precisa, a metà strada tra la parodia degli spy movies e il trip allucinogeno (dato che il protagonista Mike, commesso di minimarket senza aspirazioni, inchiodato alla minuscola Liman, West Virginia, e innamorato perso della sua ragazza Phoebe, è un fumatore accanito di erba che scopre di essere un formidabile agente segreto “dormiente”, per giunta destinato all’eliminazione). Spicca il caratterista Walton Goggins.
Oppure…
Tokyo Love Hotel (Sayonara Kabukichô, Giappone, 2014) di Ryuichi Hiroki con Shôta Sometani, Atsuko Maeda, Lee Eun-woo, Asuka Hinoi
Un regista dal passato osé ci narra alcune storie semi-sentimentali (lo sguardo è decadente, in bilico tra il sorriso e lo sconforto) all’interno di un albergo a ore nel quartiere a luci rosse della capitale giapponese. Il giovane portiere (Sometani), che sarà messo a dura prova da una scoperta riguardante la sua fidanzata musicista, le osserva, acuendo la propria frustrazione. Così, tra la escort coreana che cela la sua vera attività al boyfriend, l’inserviente che nasconde il compagno latitante, i poliziotti in piena scappatella e il pappone incerto, il campionario umano è vario. Non originale ma curioso.
La frase della settimana
«Un cannolo può risolvere i tuoi problemi, ma questi cannoli possono salvarti la vita!» Linda Levin, zia inconsapevolmente moritura di Aimee Teegarden, esalta con un pizzico di immodestia i prodotti della sua pasticceria, che presto andrà in eredità alla candida nipote e alla sua pignola e amata cugina (Krysta Rodriguez), suscitando una disputa tra mantenimento delle tradizioni e ammodernamento nel floscio My Bakery in Brooklyn – Un pasticcio in cucina (My Bakery in Brooklyn, Spagna/USA, 2016) di Gustavo Ron.