Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Raffineria di Milazzo: adesione allo sciopero nazionale di settore

di Redazione

Si è svolta oggi, nell’area indotto della Raffineria di Milazzo, la manifestazione a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore chimico-coibentazioni 2016-2018, scaduto il 31 dicembre 2015, che riguarda quasi 2.000 dipendenti di circa 160 imprese su tutto il territorio nazionale.
Contro le posizioni datoriali, oltre un centinaio di addetti del settore hanno incrociato le braccia per 2 ore, rimanendo altre 2 ore in assemblea dentro la quale, in presenza dei rappresentanti sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil, si sono dibattuti gli aspetti della vertenza.
In particolare l’assemblea dei lavoratori ha detto no alle pretese datoriali di rinnovare il contratto nazionale con una forte riduzione salariale e retributiva sulla quale scaricare le difficoltà che l’area contrattuale sta vivendo. Non è accettabile che ANICTA-Confindustria intraveda nel ridimensionamento o, peggio, nella cancellazione di alcuni istituti contrattuali, la soluzione ai forti ribassi che le committenti chiedono nelle gare per l’affidamento degli appalti.
I datori di lavoro si stanno adeguando ad un sistema che va sempre più verso il basso, con la conseguenza di migrare verso aree contrattuali (come quello del metalmeccanico) che nulla hanno a che veder con le lavorazioni chimiche. Non va dimenticato, infatti, che la forte e consolidata cultura della sicurezza e della difesa della salute e dell’ambiente, non può essere abbandonata in nome del mero guadagno cercato nell’applicazione di altri contratti che non possono avere la stesse competenze che la chimica ha sviluppato in decenni di esperienza e relazioni industriali nell’ambito del settore. Il sindacato, con il sostegno dei lavoratori, non accetterà mai di firmare accordi con aumenti salariali risibili nemmeno buoni a coprire l’inflazione reale e nei quali si registrerebbe anche un deciso arretramento dei diritti consolidati.
“Posizioni inaccettabili” quelle espresse da Anicta nelle quali, tra l’altro, si propone anche la cancellazione della 14ma mensilità per i neo-assunti alla 14° mensilità e la messa in discussione del premio di risultato
I lavoratori, con la totale mobilitazione di oggi, hanno ribadito un forte NO alle pretese datoriali, confermando di voler difendere ad oltranza i diritti faticosamente conquistati dentro la propria area contrattuale di riferimento, pronti anche ad una mobilitazione nazionale se la controparte non dovesse abbandonare l’attale posizione intransigente.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.