“La dialisi pubblica soffre rispetto a quella privata”. Ad affermarlo è Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti a Palermo durante la presentazione dell’ottavo Report del Registro siciliano di nefrologia, dialisi e trapianto (RSDNT) aggiornato al 31 dicembre 2015
di Arianna Zito
Istituito con Decreto Assessoriale n.3423 del 19 dicembre 2008, il Registro raccoglie i dati relativi ai pazienti in trattamento dialitico cronico sostitutivo della funzione renale, ai pazienti in lista d’attesa per trapianto di rene ed al numero di trapianti effettuati in Sicilia e fuori Regione. E proprio per queste sue peculiarità può trasformarsi in strumento di monitoraggio e gestione della governance clinica a disposizione dell’assessorato, strumento di verifica dell’offerta assistenziale e di ricerca clinica per i nefrologi, strumento di valutazione della qualità assistenziale ricevuta dai pazienti. “Il registro – ha sottolineato l’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi – deve avere prioritariamente una funzione epidemiologica in campo nefropatico ma deve avere anche una funzione di comprendere cosa accade anche nell’organizzazione delle dialisi che sono in questo momento nella nostra regione”.
Criticità
Ed è proprio dall’analisi dei dati del Report 2015 che sono emerse diverse criticità presenti nel territorio siciliano. “Criticità – ha specificato Gucciardi- dal punto di vista organizzativo”.
Su una popolazione di 5 milioni di abitanti oltre 500.000 sono pazienti affetti da una malattia renale cronica, e spesso non se ne conosce la causa. Nel report 2015 viene confermato il trend in lenta ma costante crescita della prevalenza dei soggetti in dialisi cronica pari a 4.749 (933 per milione di abitanti), mentre l’incidenza dei nuovi dializzati mantiene il trend in lenta riduzione iniziato nel 2013, comunque entrambi gli indicatori risultano essere al di sopra del benchmark di riferimento. Altro dato che emerge e che va rivalutato è il numero globale di posti rene offerto non congruo rispetto al fabbisogno, sovrastimato, nonché la distribuzione tra le province.
“Il report mette in luce – ha aggiunto la direttrice del Centro Regionale Trapianti, Bruna Piazza – che vi è un’incidenza della malattia renale cronica in generale dilagante sulla popolazione siciliana.
Bisogna capire il perché e bisogna lavorare sulla prevenzione e sulla diagnostica precoce, in maniera di interrompere questo processo patologico per limitare il numero di soggetti che finiranno in insufficienza renale terminale e quindi in dialisi. Inoltre emerge un non congruo numero di posti letto e la loro distribuzione, anche nell’ambito delle province, tra pubblico e privato che chiaramente va attenzionato perché – ha ribadito la Piazza – noi dobbiamo tutelare il paziente offrendo un servizio sanitario pubblico eccellente. Il servizio privato essere a supporto e integrazione di quanto non è possibile fare nel pubblico. Va fatto una sorta di osservatorio- monitoraggio di questa situazione in maniera da poter capire quali sono le cause di tutto questo”.
Per l’assessore Gucciardi “Il registro è un buon strumento ma non è ancora sufficiente per le anomalie che si sono registrate negli anni e siamo al lavoro per correggerle in modo che non ci siano più ombre. In particolare l’obiettivo della programmazione è quello di non trascurare le strutture pubbliche. Purtroppo – ha anche aggiunto – i fatti di cronaca recenti nella Sicilia orientale ci hanno messo in grande allarme. Stiamo facendo delle verifiche e degli approfondimenti. Questo è il dovere della pubblica amministrazione che si occupa certamente prioritariamente di salute ma che deve combattere in maniera efficace eventuali distorsioni”.
Al 31 dicembre 2015 su 4749 pazienti in trattamento dialitico 3501 (74%) si affidavano ai centri privati e 1248 (26%) ai centri pubblici.
“Bisogna capire esattamente qual è l’impatto della dialisi pubblica e della dialisi privata nel sistema sanitario – ha aggiunto Alessandro Nanni Costa – e vedere quali sono le caratteristiche interne di offerta e di occupazione dei posti dialisi. Ha ragione l’assessore quando dice che l’incidenza dell’occupazione del pubblico diventa un elemento critico per la valutazione del sistema. Bisogna lavorare rispetto alle diverse metodologie della dialisi, bisogna potenziare la dialisi peritoneale”. Secondo il presidente del Centro Nazionale Trapianti “l’andamento dei dati dei Registri deve essere reso pubblico più volte all’anno per una maggiore trasparenza”.
Nel corso della presentazione è stata ribadita l’inversione del trend, in senso positivo, delle donazioni in Sicilia registrata nel 2016, che sembra mantenersi all’inizio del nuovo anno. Si è visto, quindi, un incremento del 20% rispetto al 2015 in termini di segnalazioni (138 nel 2016 e 117 nel 2015) e di donazioni (64 nel 2016 e 54 nel 2015). La nostra regione, in gennaio, è risultata la terza tra le regioni italiane in termini di donazioni. “Nel 2016 – ha affermato Bruna Piazza – si è registrato un incremento sia delle donazioni d’organi in termini di segnalazioni di pazienti deceduti con criteri neurologici sia in termini di donazioni e quindi prelievo d’organi e trapianto. Chiaramente tutto ciò rappresenta un dato incoraggiante, frutto dell’impegno di tutto il personale della rete trapiantologica di tutto il personale del CRT Sicilia, di tutti i coordinatori locali, i direttori delle unità di anestesia e rianimazione, medici, infermieri e gli altri addetti ai lavori che giornalmente sono coinvolti nelle attività di donazione e trapianto”.
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