Un eroe è chi compie uno straordinario atto di coraggio, anche a rischio della propria vita, per il bene altrui e comune.
Una definizione da dizionario per una figura che ha accompagnato il nostro immaginario da bambini e che, in senso lato, siamo abituati ad accostare a tanti. C’è qualcuno che, senza che sia necessario cercargli definizioni impegnative (sebbene la sua scelta di vita sia stata di grande coraggio), è diventato personaggio di un fumetto che il mensile Jesus sta pubblicando in questi mesi. Un eroe normale? Un “uomo comune” ma straordinario nello stesso tempo, un collega giornalista che dai palazzi del potere è arrivato alla Missione Speranza e Carità di fratel Biagio, come volontaria scelta di vita e dove ha scelto di vivere donando la sua esistenza all’accoglienza e all’assistenza di quelli che spesso vengono definiti gli ultimi.
Riccardo Rossi è un uomo di grande fede, di grande serenità, alla quale è arrivato non senza grandi travagli interiori, inclusa una violenta depressione che non ha mai voluto nascondere. Ogni chiacchierata con lui è un balsamo: trasmette allegria e serenità, il suo tono di voce è pacato, le parole interrotte ogni tanto da una bella risata. La sua comunicazione è schietta e diretta, come quando manda un whatsapp per avvertirti che ti ha appena inviato quanto richiesto (che siano foto o comunicati stampa) e conclude scrivendo adesso vado che devo pregare e lavare i piatti.
La scelta di vivere di provvidenza, senza un reddito proprio ma accettando ciò che arriva alla Missione, è stata una scelta forte, condivisa con la moglie Barbara. La pubblicazione del fumetto è stata occasione per farci raccontare qualcosa in più da Riccardo Rossi e farlo conoscere ai nostri lettori.
Una vita in… fumetto
Come nasce l’idea del fumetto e qual è stata la tua reazione quando il mensile Jesus ti ha comunicato questa iniziativa?
“Mi ha contattato il disegnatore- giornalista di Jesus Emanuele Fucecchi con una mail all’indirizzo della missione di Speranza e Carità di Palermo chiedendo espressamente di me. Mi ha colto di sorpresa, ho guardato in rete e il disegnatore è molto bravo ed aveva fatto tanti disegni tutti veramente belli. Mi sembrava strano: di solito contattano Fratel Biagio, infatti per esserne sicuro ho riletto la mail”.
Come ci si sente a essere protagonista di un fumetto?
“Fa molto piacere, poi per me che ho da sempre amato i fumetti li ho letti fino
ai trent’ anni quasi giornalmente. Per me è stato quasi toccare il cielo con un
dito, credo molto nella scelta comunicativa del fumetto, dove il disegno
diventa importante più del testo, ma il testo in poche parole deve, grazie alla
sintesi, incidere con forza”.
La scelta
Raccontaci della tua svolta personale e professionale e
della decisione di vivere in strada con fratel Biagio.
“Io vengo dalla politica e dal giornalismo, sono stato addetto stampa dei verdi
e di un ministro, ma per 15 anni ho messo queste attività da parte, occupandomi
in una casa famiglia di disabili e malati terminali. Poi ho fatto una preghiera
a Dio dove chiedevo un segno forte nella mia vita, e vengo a Palermo e trovo
Fratel Biagio per strada e ho capito che il Padre Nostro che è nei cieli mi
stava dando il segno che avevo chiesto. Parlo con Fratel Biagio che si trovava
per strada sotto il porticato della Posta e mi dice che voleva fare sapere a
tutti che ognuno di noi era chiamato ad accogliere chi era in difficoltà. Ma
mentre mi diceva questo, nessuno sapeva della scelta di Fratel Biagio e ho
sentito nel cuore che il mio posto era lì accanto lui e dare come
giornalista-addetto stampa comunicazione a tutti, tramite i media e i social. Sempre
per strada ho contattato anche in nostro Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella per informarlo di Fratel Biagio”.
Barbara, compagna di vita
C’è un altro momento molto importante: l’incontro con Barbara e la sua scelta di condividere la tua vita e la missione.
“L’incontro con Barbara è stato tramite una vicenda di Fratel Biagio, tutti e due eravamo volontari della missione di Speranza e Carità. Le ho chiesto di sposarci e di condividere la vita missionaria, dopo circa due mesi che ci conoscevamo. Barbara ha tentennato per circa un anno, e poi grazie a tanta preghiera (le 1000 Ave Maria) mia e di tanti poveri e un incontro a Belpasso, vicino Catania, con Fratel Biagio, Barbara ha acconsentito di sposare me per donarsi in gratuità verso chi ha bisogno e vivere di provvidenza”.
La fede e la preghiera
Cosa vuoi che i giovani recepiscano da questo fumetto?
“Spero che nei giovani e anche i meno giovani recepiscano dal fumetto che se ci
fidiamo totalmente del Signore le nostre vite possono rinascere e totalmente
cambiare. A me è successo, sono stato depresso per circa 30 anni, ho toccato il
fondo e piano piano sono rinato grazie al servizio verso gli altri e alla
preghiera”.
Le difficoltà si capiscono nel bisogno
Nel fumetto, a un certo punto, si dice che il tuo è un impegno politico, ma della migliore specie, di quello che non chiede nulla e non ha bisogno di consenso… decisamente diverso dalla politica dei palazzi.
“Vedi la politica è la forma più alta di carità diceva Pio XI, ripetuta anche spesso da Giovanni Paolo II e ora anche da Papa Francesco. Nei palazzi del potere purtroppo non si fa la nobile arte della politica, ma si raccontano bugie, ci si lascia corrompere, quando va bene si fa gli interessi di piccole parti (per carità abbiamo anche diverse eccezioni). Dobbiamo rimettere al centro L’Altissimo nella vita di ognuno di noi, bisogna rimettere Dio nelle nostre Istituzioni, solo allora l’Italia, l’Europa, il mondo potrà rinascere. Mi ispiro ad una grande della politica Giorgio La Pira che ha vissuto da povero pur essendo Sindaco e deputato. Io sono povero e anche mia moglie, non abbiamo stipendi e viviamo di ciò che ci regalano tante persone ispirate da L’Eterno. Per capire chi è difficoltà economiche bisogna vivere come chi è nel bisogno, così si capisce dove e come aiutare. Ma per avere speranza, bisogna essere totalmente fissati nel Signore, la precarietà nella vita diventa un dono se viviamo sulle orme di Gesù Cristo. Quasi giornalmente mi interfaccio con cariche istituzionali, dal Sindaco al Presidente della Repubblica, vado a bussare per aiutare i 600 accolti della Missione e le 200 famiglie che sosteniamo. Prima di ogni incontro con un politico prego tanto, ogni giorno prego circa 3 ore, non porto nei palazzi del potere Riccardo, ma Riccardo strumento di Dio”.