“Rider”: un libro bianco sui lavoratori del food delivery a Palermo. Si tratta di un’indagine realizzata dalla Cgil Palermo, per fotografare la realtà sempre più diffusa rappresentata oggi dal lavoro dei rider delle piattaforme del food delivery. Nel contempo, l’indagine è proiettata a rendere noti gli aspetti di questa tipologia di lavoro inquadrata nella Gig Economy. Un’economy, caratterizzata da una forma flessibile di organizzazione, di precarietà contrattuale e di sfruttamento dei lavoratori, per i quali va costruito un sistema di tutele.
Un campione di rider a Palermo
Per l’indagine sui “Rider”: un libro bianco sui lavoratori del food delivery a Palermo è stato coinvolto un campione di 90 rider su un totale di 450 operatori che lavorano sulla piazza palermitana. Le interviste sono state svolte, intercettando i rider nei loro punti di raccolta. Esattamente, alla casa dei Rider del centro Epyc, presso la Camera del Lavoro.
“Abbiamo predisposto un questionario articolato in 20 domande, alcune a risposta aperta, per fare emergere – dichiara il segretario Cgil Palermo Dario Fazzese – bisogni, necessità, stato del reddito, soddisfazione personale e la conoscenza del sindacato e del ruolo del sindacato. Emerge un tema su tutti: la questione della sicurezza, sia come stabilità lavorativa che relativa ai rischi per la condizione delle strade e per un’attività che si svolge in prevalenza in mezzo al traffico”.
Il libro bianco sui rider
“Il libro bianco – aggiunge Fazzese – servirà per rilanciare l’attività di rivendicazione nel settore. Quello dei rider non è un lavoretto per arrotondare, ma una professione a tutti gli effetti, con un reddito con cui deve campare una famiglia”.
Oltre a informare su cosa sono i rider, nel libro è ripercorsa la nascita del movimento dei rider a Palermo. Ma anche, la storia delle principali vertenze.
Un lavoro non soloper ventenni
Il lavoro del rider o del ciclofattorino non è più inquadrabile come il lavoro del ventenne. Un ragazzo che ha bisogno di avere qualcosa in tasca per il fine settimana. Soprattutto dopo il periodo pandemico, a causa della chiusura di svariate attività commerciali, è divenuto il lavoro anche del padre di famiglia. Padre di famiglia, che ha trovato nella figura del rider la forma di lavoro più alla portata per avere un guadagno immediato.
Impossibile sbarcareil lunario
“Anche per aziende come Just Eat che hanno un occhio di riguardo in tema sicurezza sul lavoro e diritti, la strada è ancora lunga. Soprattutto, perché le ore lavorative assegnate da contratto ai dipendenti non sono abbastanza per permettere ai lavoratori e alle loro famiglie di sbarcare il lunario”.
Diminuzione dei compensi
Le piattaforme digitali soprattutto nell’ultimo biennio, sono andate nella direzione di diminuire i compensi dei lavoratori. Ma soprattutto, nell’ultimo anno, i cosiddetti bonus slot e bonus chilometrici hanno avuto una diminuzione superiore al 20 per cento. Insomma, un netto contrasto con il caro vita. Ciò ha comportato che un rider per guadagnare quanto guadagnava nel 2023, ha dovuto quasi raddoppiare il numero delle consegne giornaliere. Aumentando, però, il rischio di incidenti e in generale mettendo a rischio la propria sicurezza. Perché, ricordiamo, i rider non hanno un ufficio e una scrivania, ma il loro ufficio è la strada.