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Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Riders, la vittoria dei ciclofattorini

Rider. Gattuso, Nidil: “La vittoria di Marco Tuttolomondo riguarda tutti i ciclofattorini. Nessuna piattaforma potrà disconoscere questa sentenza del Tribunale di Palermo”. La notizia ripresa ieri su tutti i quotidiani

di Redazione

“Aspettiamo che Glovo comunichi al rider le modalità del suo reintegro come lavoratore a tempo indeterminato. La notizia  della sentenza, che ha riconosciuto al ciclofattorino palermitano il suo status di lavoratore subordinato,  ha avuto un enorme clamore enorme ed  è stata rilanciata da tutta la stampa. Siamo orgogliosi di questo e riteniamo che nessuno adesso potrà disconoscere il pronunciamento dei giudici palermitani.  Ci aspettiamo che il sistema  delle piattaforme del food delivery possa modificarsi e dare il via a una strutturazione che abbandoni il lavoro autonomo”. A dichiararlo è il segretario generale Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso, il giorno dopo la sentenza che ha dato ragione al rider di Glovo riconoscendo il suo lavoro come subordinato a tempo pieno e indeterminato.      

Marco Tuttolomondo e i segretari di Nidil sotto i riflettori per la vittoria conseguita

Dopo l’altissima diffusione su tutti i quotidiani nazionali e i principali siti d’informazione, oggi tantissime le emittenti che hanno voluto intervistare Marco Tuttolomondo e i segretari di Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso e Riccardo Marotta e il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, per commentare la vittoria.  Soddisfazione anche dal mondo del lavoro. “Tantissimi rider palermitani – ha aggiunto Gattuso – ci hanno espresso oggi la loro felicità per questa notizia, che ha riacceso tante speranze perché riguarda tutti e non solo il caso di Marco Tuttolomondo”.    

Soddisfazione per l’esito del ricorso

Anche il rider ha incassato con soddisfazione l’esito del ricorso e oggi il suo pensiero va agli altri colleghi. “Non ci dovrebbe essere nessuna differenza tra lo stipendio e l’inquadramento contrattuale di chi lavora al computer  in ufficio, comodamente seduto e al caldo o al fresco in base alla stagione,  e chi fa le consegne a domicilio. Perché il fattorino, che è svantaggiato perché lavora sotto la pioggia e il vento, deve essere trattato male rispetto a chi lavora in ufficio?”. A chiederselo è  Marco Tuttolomondo, che vorrebbe condividere la sua vittoria con tutti i rider.

Un ufficio itinerante

“Noi mangiamo sulla moto, mentre chi sta in ufficio a ora di pranzo dispone di  una comoda mensa, andiamo in bagno dove capita, quando piove ci accolliamo il rischio di attraversare una città piena di scaffe. L’anno scorso ho fatto un turno di 10 ore sotto la pioggia e sono tornato a casa  con le mutande inzuppate. Se non ci fossero i fattorini a portare le consegne e a veicolare l’immagine dell’azienda  il resto del lavoro di tutti gli altri componenti della filiera sarebbe inutile. Ai corrieri vengano dati i furgoni col nome dell’impresa, il cambio d’olio e il contratto della logistica. Ai fattorini delle piattaforme no. Loro non devono essere assunti. Ma perché si fa questa differenza?”.    

Chi è Marco Tuttolomondo?

Figlio di due docenti Isef, lei Carolina Tuttolomondo Paterna, storica insegnante di Educazione fisica del Liceo Garibaldi, lui Gaetano Tuttolomondo, Marco ha iniziato a lavorare come istruttore di vela e di windsurf nei villaggi del sud Italia. Poi è stato a Londra dove ha lavorato per i Costa cafè, ha insegnato inglese a Palermo, poi alle Canarie, come responsabile di un negozio di abbigliamento. Tanti lavori diversi, tra cui anche quello di autista per gli studenti della St Paul school di Londra e  nel 2018 la scelta di lavorare per Glovo. “E ora chiedo – conclude – il rispetto dei diritti di tutti i lavoratori come me, perché non esista più questa differenza tra chi lavora per la sua azienda per strada  e chi in un comodo ufficio”.

Addetto Stampa
Antonella Romano

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