Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Rifiuti, M5S all’Ars: 45 milioni per spedire immondizia all’estero?

Secondo la deputata regionale Cristina Ciminnisi, si tratta dell'ennesima dimostrazione dell'incapacità del governo di gestire il settore rifiuti.

di Clara Di Palermo

“45 milioni dal governo per spedire i rifiuti all’estero? Ennesima dimostrazione dell’incapacità di gestire il settore da parte del governo Schifani, che anche in questo caso si dimostra in perfetta continuità con l’esecutivo Musumeci. Si tratta dell’ennesimo provvedimento tampone che non solo non risolve la questione, ma che ora è del tutto inaccettabile. Anche noi nel 2019 avevamo proposto questa soluzione con un emendamento alla Finanziaria, a firma di Giampiero Trizzino, ma allora eravamo in piena emergenza e aveva un senso. Con queste somme si poteva fare altro di molto più utile, ad esempio realizzare una decina di stazioni di compostaggio per il recupero di 25 mila tonnellate di umido all’anno”.
Lo afferma la deputata regionale del M5S, Cristina Ciminnisi, componente della commissione Ambiente e vice presidente della commissione Ue dell’Ars.

L’immobilismo dei governi

“Giusto – continua la deputata – non fare ricadere sui Comuni le spese per il trasporto dei rifiuti all’estero, fatto di cui è colpa esclusiva dei governi che si sono succeduti alla guida della Sicilia e che in tanti anni non sono riusciti a realizzare altro che provvedimenti estemporanei e mai soluzioni strutturali. Di spedizione di rifiuti all’estero si parla da anni, e se lo si fa ancora oggi significa che in questo settore siamo totalmente immobili”.
“Secondo quanto riporta la stampa – conclude Cristina Ciminnisi – le somme da utilizzare deriverebbero da una precedente riprogrammazione di fondi europei, tra i quali fondi Fesr. Strada non so fino a che punto percorribile. Ci chiediamo infatti come farebbe l’Europa ad avallare un’operazione, come quella del trasporto dei rifiuti all’estero, vietata alle sue stesse direttive”.

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