Sono rifiuti ma hanno tutte le potenzialità per diventare ricchezza. I RAEE, oggi dispersi per le strade e nelle campagne, possono diventare nuove materie prime e farci diventare una regione virtuosa
I rifiuti, più o meno ingombranti, abbandonati per strada offrono uno spettacolo indecoroso delle nostre città e delle campagne. I turisti che arrivano dalle pulitissime città del nord Europa, restano basiti sì di fronte alle bellezze naturalistiche e architettoniche che la Sicilia offre, ma restano anche colpiti dai cumuli di spazzatura depositata in ogni dove.
Per non parlare dei RAEE, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche che vengono costantemente abbandonati agli angoli di strada e lungo i corsi d’acqua. Diventando pericolosissimi per la nostra salute dato che disperdono sostanze (come i gas dei frigoriferi rotti) che rientrano nel ciclo vitale o attraverso l’assorbimento dei terreni e, quindi, nelle colture, oppure attraverso l’acqua del mare dove vivono i pesci che poi finiscono sulle nostre tavole.
Questa tipologia di rifiuti andrebbe smaltita con un ciclo a parte, come avviene per i rifiuti sanitari, ad esempio, e avviata al recupero per diventare nuova materia prima. Ma cosa si può fare per trasformare i rifiuti in ricchezza? Ne abbiamo parlato con il presidente di ANCRA Sicilia, l’associazione dei commercianti di radio, tv, elettrodomestici,aderente a Confcommercio, Maurizio Calaciura.
“Innanzitutto si potrebbe dare un’accelerata all’iter per far diventare operativo il progetto, già esistente, per la creazione delle micro aree ecologiche a basso impatto ambientale – dice Calaciura -. Avrebbero una dimensione di 500 mq ciascuna o, su specifica richiesta dei Comuni che intendano abbinare ai RAEE altri rifiuti ingombranti, di 1000 mq. Dovrebbero, chiaramente, lavorare almeno 12 ore consecutive al giorno, non poche ore come accade adesso, per rendere facile al cittadino la consegna di queste tipologie di rifiuti. Appare evidente che questo porterebbe anche alla creazione di nuovi posti di lavoro. Noi abbiamo stimato circa 2000 in tutta la Sicilia tra diretti e indotto”.
Cosa manca per partire?
“Innanzitutto la volontà politica. Serve un congruo stanziamento di fondi, circa 200 milioni di Euro”.
Ma non c’è il rischio che tutto questo denaro attiri la criminalità organizzata?
“Esattamente il contrario! L’intero processo, così come concepito, sarebbe interamente controllato. È adesso, semmai, che le ecomafie la fanno da padrone. L’oro rosso, meglio conosciuto come rame, ormai sembra essere la nuova frontiera del guadagno facile e soprattutto rapido. L’ultima notizia di cronaca risale allo scorso 30 maggio quando è stata condotta una vasta operazione di Interforze a livello europeo. I dati in Italia sono allarmanti. Nel nostro Paese, sono state tratte in arresto 24 persone e altre 150 sono state denunciate in stato di libertà; sono stati scoperti 212 reati (33 furti, 54 ricettazioni, 106 crimini ambientali e 19 altri reati) e sono state contestate 232 violazioni amministrative (ambientali, fiscali, violazione al codice della strada, ecc). Inoltre, sono stati sequestrati circa 270.461 kg di metalli con un controvalore totale di € 449.690 circa (di cui 70.673 kg di rame, per un valore di circa € 409.906), 983 pannelli solari e 103 veicoli. E non è un fenomeno che tende ad arrestarsi!”
Un impegno notevole per ANCRA Sicilia
“Per fortuna non è solo ANCRA, io sono il coordinatore di un fronte più vasto ma molto compatto, in cui confluiscono, oltre a Confcommercio, anche Unicoop, Iemest, Casartigiani, Confartigianato, Co.Pe Teramo, c’è l’Università di Palermo e anche Legambiente. Diverse competenze per un unico fine: la salvaguardia dell’ambiente e del nostro futuro”.
Non dimentichiamo che dalle carte di credito con microchip ai bambolotti parlanti con cui giocano le bambine, dalle macchinine elettriche alle semplici prolunghe che tutti abbiamo in casa o ancora il piccolo telecomando per automazione, per fare alcuni esempi, da agosto prossimo saranno considerati RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e, pertanto, dovranno essere smaltiti esclusivamente attraverso le “isole ecologiche” e non gettati nei cassonetti della spazzatura.
Lo stabilisce una direttiva della Comunità Europea che l’Italia ha recepito e che consentirà di destinare questi “rifiuti speciali” a nuova vita tramite il riciclo, dando vita a quell’economia circolare (il cui significato è abbastanza intuitivo) di cui tanto si parla.