Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Rino Martinez, il cantautore e missionario laico che vuole salvare i Pigmei dall’estinzione

di Pippo La Barba

Da Sanremo ai temi civili, canta l’umanità in difesa degli ultimi.

di Pippo La Barba

Rino Martinez, palermitano doc, inizia a suonare la chitarra a quattordici anni. Si diploma al liceo artistico. Era il 1979, il mitico Pippo Baudo, a Catania, lo sentì cantare con la sua chitarra il brano “Signor tempo” e lo volle subito ospite in trasmissione. Per vivere a Roma, Rino accettò di cantare per la RCA alcune canzoni di famosi cartoni animati e nel 1981 con il produttore Paolo Dossena e la Ricordi partecipa con la canzone Caramella al Festivalbar; nel 1982 è al Festival di Sanremo con la canzone Biancaneve; nel 1983 incide un singolo, Masticando, ma poco dopo si allontana dal pop componendo e interpretando motivi ispirati a temi civili e sociali a lui tanto cari. Nel 1987,  grazie al giornalista Salvatore Geraci, scrive l’inno del Palermo calcio “Blues Rosanero” interpretato da Rino e da tutti i calciatori di allora. Nel 96 pubblica l’album Da qui al cielo, la cui title-track, dedicata a Paolo Borsellino, è scritta assieme alla sorella del magistrato Rita. Nel 2002 incide, in coppia con Jovanotti, Ricordare Giovanni Falcone, in occasione del decennale della morte. Negli ultimi tempi ha accentuato il suo impegno sociale fondando l’associazione “Ali per volare” e spendendosi a 360 gradi in iniziative umanitarie come la battaglia per la sopravvivenza del popolo dei Pigmei.

Rino Martinez si trova attualmente a Palermo. Ne approfitto per fargli qualche domanda.

Tu oltre a essere un valido autore e interprete, svolgi una assidua azione umanitaria in difesa degli ultimi. Da dove nasce questa tua motivazione?

“Dall’osservazione della realtà, dall’urgenza che avverto di fare qualcosa. Il Beato Don Pino Puglisi, con cui ho collaborato e che considero un modello di vita, diceva sempre: “se ognuno fa qualcosa…”

Tu cosa hai fatto?

“Ho fondato l’associazione interculturale e missionaria “Ali per volare”, con la quale da tanti anni realizzo missioni sanitarie ed umanitarie in Africa e per la quale nel 2014 ho inciso un CD e DVD dal titolo “Umanità dove sei ? l’Africa di Rino Martinez” con 13 brani di cui la quasi totalità è dedicata ai temi sociali”.

Anche altri artisti hanno affrontato temi sociali.                           Rino Martinez

“Io sono andato oltre. Mi rendo conto di essere una figura anomala nel panorama musicale italiano. In genere chi fa musica ha sempre un messaggio da proporre. Nel mio caso avverto l’esigenza di tradurre i miei messaggi in azione” e trovo ispirazione durante le missioni all’interno della foresta equatoriale congolese.

Quando hai cominciato a farlo?

“Nel 2002 ho visitato la foresta equatoriale della Repubblica del Congo e mi imbattei in un bambino malato di leucemia. Riuscii a portarlo in Italia e a farlo curare. Oggi questo bambino è diventato grande, è guarito e vive negli Stati Uniti”; negli anni successivi portai tanti altri bambini con patologie gravissime in Italia”.

Poi come hai proseguito?

“A Kinshasa conobbi il Cardinale Frèdèric Etsou, un vero uomo di Dio con il quale ho condiviso concretamente un significativo impegno per evitare che i governi sfruttassero ed utilizzassero i “bambini soldato”; successivamente con il cardinale Etsou e Padre jean Pierre Makamba cominciai ad aiutare l’ orfanotrofio AOES”,  21 di questi bambini invisibili agli occhi del mondo li portai in Italia nel 2006” .

Cosa ricordi con dolore delle tue missioni?

“I tantissimi bambini pigmei malati di tubercolosi, lebbra, pian, ebola e malaria. Le istituzioni internazionali, purtroppo, hanno fatto poco o niente per il popolo più antico della terra a rischio estinzione, ii Pigmei”.

Quale era l’istituzione che se ne occupava?

“L’UNICEF Congo mi convocò per mettermi al corrente di questa tragedia. Fu proprio un dirigente dell’UNICEF, Jean Michel Ndiaye, a dirmi che quello dei Pigmei era un popolo a rischio estinzione. Io trasalii: come, mi dissi, quando c’è il rischio di estinzione di una specie animale ci si mobilita dappertutto, intendo sottolineare che amo tantissimo gli animali, e per un popolo di “umani” nessuno muove un dito? La foresta equatoriale è inaccessibile e pericolosa, c’è da attraversare paludi, luoghi impervi, vi sono animali feroci,  ma il Buon Dio ha voluto ch’io trovassi la forza di realizzare con il mio gruppo questo progetto ,“Missione cuore per la vita”, a favore dei bimbi pigmei e bantou, missione che intendo continuare.

Un ricordo particolare di questa tua battaglia?

“L’incontro con Papa Benedetto XVI nel 2006. Ero insieme a una suora congolese e a una bambina di 11 anni, che si chiamava Julie Mbouale. Speravamo di vedere il Papa. Casualmente ce lo ritrovammo a pochi metri. Io mi avvicinai e i gendarmi intimoriti dalla mia fluida chioma di capelli mi buttarono a terra. A questo punto il Papa, che aveva visto tutto, mi fece cenno di avvicinarmi e così parlammo per circa quattro minuti”.

Cosa ti ha colpito di Benedetto XVI?

“La sua profonda, disarmante umiltà, un uomo giusto”.

 

 

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