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Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Sacco e Vanzetti, vittime innocenti

Un'esecuzione, quella dei due italiani, figlia di una cieca sete di giustizia superficiale, avvenuta il 23 agosto di 93 anni fa.

di Redazione

In occasione del 93° anniversario dall’esecuzione di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, 23 agosto del 1927, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani vuole ricordare l’importanza dell’abolizione della pena di morte e della tutela dei diritti umani nel mondo. La vicenda di Sacco e Vanzetti è piuttosto nota: due italoamericani (rispettivamente il primo pugliese e il secondo piemontese) furono accusati ingiustamente di un reato mai commesso.

Processo sommario

Il sistema americano voleva, punendo due soggetti adatti alla sete di vendetta dell’opinione pubblica, in quanto reietti e scomodi, stranieri e miserabili, impartire una lezione a eventuali disturbatori politici e nel contempo simulare un’efficienza, nell’assicurare i colpevoli alla giustizia, inesistente. Essere italiani significava appartenere ai gradini più bassi della società civile; essere guardati con sospetto perché assimilabili alla mafia e alle organizzazioni criminali. Sacco e Vanzetti, benché innocenti ed estranei alla violenza, dovevano morire; anche se tanti intellettuali e premi Nobel (George Bernard Shaw, Bertrand Russell, Albert Einstein, Dorothy Parker, Edna St. Vincent Millay, John Dewey, John Dos Passos, Upton Sinclair, H. G. Wells, Arturo Giovannitti, Anatole France) si spesero per loro, sostenendone l’innocenza. Sacco scrisse il 18 di agosto del 1927, qualche giorno prima di morire, una lettera molto toccante al figlio Dante in cui lo invitava proprio a coltivare i valori della solidarietà e del pacifismo.

Mai essere egoista

“Non dimenticarti giammai, Dante, ogni qualvolta nella vita sarai felice, di non essere egoista: dividi sempre le tue gioie con quelli più infelici, più poveri e più deboli di te e non essere mai sordo verso coloro che domandano soccorso. Aiuta i perseguitati e le vittime perché essi saranno i tuoi migliori amici, essi sono i compagni che lottano e cadono, come tuo padre e Bartolomeo lottarono e oggi cadono per aver reclamati felicità e libertà per tutte le povere cenciose folle del lavoro. In questa lotta per la vita tu troverai gioia e soddisfazione e sarai amato dai tuoi simili. Continuamente pensavo a te, Dante mio, nei tristi giorni trascorsi nella cella di morte, il canto, le tenere voci dei bimbi che giungevano fino a me dal vicino giardino di giuoco ove vi era la vita e la gioia spensierata – a soli pochi passi di distanza dalle mura che serrano in una atroce agonia tre anime in pena!” Il 23 agosto del 1977 il governatore del Massachusetts, Michael s. Dukakis, riabilitò tardivamente la memoria dei due sfortunati compatrioti chiedendo scusa per l’errore giudiziario commesso. “ il processo e l’esecuzione di Sacco e Vanzetti devono ricordarci sempre che tutti i cittadini dovrebbero stare in guardia contro i propri pregiudizi […] con l’impegno di difendere sempre i diritti delle persone che consideriamo straniere per il rispetto dell’uomo e della verità ”.

Il CNDDU propone una campagna di sensibilizzazione per i diritti civili, contro ogni forma di razzismo, per l’affermazione della giustizia sociale e per i principi che stanno alla base della DUDU, postando la canzone Here’s to You di J. Baez ed Ennio Morricone sui vari profili social per chi intendesse aderire. La facilità con cui vennero incolpati due stranieri solo perché poveri e italiani deve farci riflettere sul valore della compassione e ricerca della verità.
prof. Romano Pesavento – Presidente CNDDU

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