In Sicilia, durante il periodo di Natale, si sono registrati migliaia di sbarchi in tutta la Sicilia. L’esodo dei disperati non conosce tregua neanche a Natale.
A cura della Redazione
Novecentotrentuno soccorsi nel Canale di Sicilia e sbarcati al porto di Palermo. Precisamente, 841 uomini, 64 donne e una ventina di bambini tra cui molti non accompagnati. Un barcone con 247 persone a bordo e un gommone con altre 65, soccorsi al largo di Lampedusa dalla Guardia Costiera. Più di 1.300, gli immigrati giunti nel Cpa dell’Isola. Un pattugliatore della Guardia Costiera, con 114 migranti a bordo, sbarcato a Catania. L’ennesimo barcone disastrato, con a bordo 253 persone, trovato a sud di Lampedusa. A Linosa, la più piccola delle isole Pelagie, un barcone di 25 metri di legno con circa 300 migranti si schianta sugli scogli in località Punta Faraglioni. Un’imbarcazione con 247 persone, di cui 15 donne a bordo, intercettata e soccorsa dalla Guardia Costiera vicino a Capo Grecale. A 47 miglia dalla costa, ritrovato un gommone in precarie condizioni che rischiava di affondare con 65 migranti a bordo, tra cui dieci donne, due delle quali incinte. Il 24, terminano a Porto Empedocle (Agrigento) le operazioni di sbarco, iniziate il giorno prima, di 661 migranti, tra cui 103 donne e 12 minori. Il 23 dicembre, altri 859 migranti, a bordo di gommoni diretti verso l’Italia, tratti in salvo al largo delle coste libiche in otto diverse operazioni. Altrettante, portate a termine il giorno precedente, col salvataggio di 728 stranieri.
Molti di loro si sono gettati in acqua, ma sono stati recuperati.
L’esodo dei disperati dai Paesi in guerra non conosce stagioni. Anche durante il periodo natalizio, non si sono registrati momenti di tregua per i viaggi della speranza intrapresi dai barconi verso la nostra Isola.
Dalla vigilia di Natale a oggi, nonostante il freddo intenso e le pessime condizioni del mare, sono arrivate sull’Isola circa 3 migliaia di persone. Sono stati circa 3 mila, infatti, i migranti tratti in salvo nei numerosi interventi della Guardia Costiera e della Marina Militare nella settimana di Natale, la metà dei quali tra la vigilia e il 25. Solo nel giorno di Natale, in particolare, sono stati salvati più di 750 migranti in sei diverse operazioni.
Il mare calmo e il tempo insolitamente mite per il mese di dicembre hanno agevolato le traversate del Canale di Sicilia in un periodo in cui di solito le condizioni del tempo fanno diminuire gli sbarchi.
Quelli intrapresi dai migranti sono, comunque, viaggi lunghi, costosi e spesso pericolosi, organizzati da vere e proprie organizzazioni per la tratta di esseri umani. Le tariffe dei viaggi sono variabili, così come i rischi connessi.
Il flusso di esseri umani che si sposta verso occidente viene seguito dai trafficanti in modo piuttosto capillare. Queste organizzazioni hanno punti di contatto sia nei paesi di origine, sia nei paesi di destinazione.
Tra le tragedie, si annovera pure un incendio doloso, che ha colpito il cosiddetto “cimitero dei barconi” nel porto di Lampedusa, in cui sono andate distrutte 400 tra barconi e gommoni, provocando anche alcune esplosioni causate da bombole di gas o residui di carburante. La Protezione Civile avrebbe dovuto bandire la gara per lo smaltimento delle imbarcazioni, dopo un contenzioso con Legambiente che si era rivolta al Tar per contestare il luogo scelto per lo stoccaggio.
In questo contesto di disperazione, l’unico elemento lodevole è il lavoro svolto dagli operatori dei Servizi Sociali, della Protezione Civile e della Guardia Costiera, cui spetta il compito di assistere le operazioni di sbarco e la presa in carico dei minori stranieri non accompagnati.
Al di là dell’isolamento, delle difficoltà e dell’insostenibilità, la Sicilia si conferma il Paese dell’accoglienza e dei diritti degli immigrati.