Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Scenari etnei e paesaggio alpino: un confronto per la bellezza

Una mostra che assume un ruolo anche politico quella allestita a Catania da Ordine e Fondazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Catania. All’evento tutti gli attori coinvolti nel processo di riqualificazione di un territorio bellissimo che necessita di un'attenta analisi che possa, poi, trovare soluzioni per un rilancio.

di Clara Di Palermo

Dalla carenza di personale alla programmazione di interventi strutturali e politici per proteggere e rilanciare il meraviglioso paesaggio etneo, uno scenario naturale unico nel suo genere. Questo il tema protagonista della serie di eventi organizzati da Ordine e Fondazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Catania, in occasione dei cento anni dall’introduzione della legge che regolamenta la professione dell’Architetto, eventi che hanno visto riunirsi istituzioni, professionisti e associazioni.

Dal confronto alle opportunità

Scenari Etnei”, tenutosi presso la Sala Parco dell’Etna a Nicolosi, ha rappresentato «un momento di confronto che si traduce in opportunità per il nostro territorio – spiega il presidente dell’Ordine Sebastian Carlo Greco – gettando lo sguardo anche su altre realtà nazionali in cui emerge l’importanza dell’Architettura contemporanea. Un incontro promosso dal nostro ufficio “Paesaggi e Parchi Urbani” e dal consigliere referente Giovanni Longhitano, il cui scopo è individuare soluzioni a criticità e questioni irrisolte legate al territorio, facendo sedere allo stesso tavolo tutti i soggetti interessati». Andando più a fondo, «se il Paesaggio è quella porzione di territorio che assume un significato in base alla percezione dei suoi fruitori – sottolinea la presidente della Fondazione Eleonora Bonanno – è fondamentale porsi la questione di come la nostra popolazione legge il Paesaggio etneo, nel quale gli interventi richiedono necessariamente studi dettagliati attraverso analisi, sopralluoghi, interlocuzioni con gli abitanti del luogo, foto e illustrazioni da molteplici prospettive».

Paesaggio e ambiente elementi identitari

Considerazioni che hanno fatto da apripista alle parole del presidente del Consiglio Nazionale APPC Francesco Miceli, che ha evidenziato l’importante ruolo ricoperto dalla categoria e, nello specifico, dal paesaggista: «L’articolo 9 della Carta costituzionale fa del paesaggio e dell’ambiente due elementi dai valori irrinunciabili e identitari, che richiedono interventi strategici di tutela, valorizzazione e promozione. In quest’ottica, dobbiamo assumere una posizione propositiva nel dialogo con le istituzioni e valutare le ricadute dei progetti e delle riforme legislative». Un binario su cui si sofferma Miceli, puntando i riflettori sulle attuali criticità che vive la categoria, «costretta a confrontarsi quotidianamente con le difficoltà legate alle norme e alla progettualità per rispondere alle necessità della società. Due aspetti in continua evoluzione e che incidono nell’individuare soluzioni che abbiano risvolti positivi professionali e sociali. Il rapporto economia-paesaggio ha dimostrato negli anni di poter portare vantaggi occupazionali e ambientali, tanto da essere al centro delle nuove direttive green europee».

Paesaggi di grande bellezza

A dare ulteriori spunti di riflessione è Simone Cola, presidente dell’AAA Architetti Arco Alpino, associazione che riunisce 10 Ordini degli Architetti del Nord Italia e autrice della rassegna fotografica “Architettura Arco Alpino”. «La scelta di portare la mostra a Catania è frutto delle tante similitudini e dei tanti temi in comune tra i paesaggi alpini e quello etneo. Siamo certi che questo confronto possa dare spunti sulle modalità di trasformazione del territorio locale, stimolando la riflessione per un’architettura contemporanea che migliori la qualità dell’abitare. E questo riguarda tanto i professionisti, quanto la Soprintendenza, quanto gli amministratori: non dobbiamo imbalsamare i territori, ma trasformarli in modo consapevole».

Rilanciare il territorio etneo

Tra gli enti patrocinanti il Comune di Nicolosi, su cui sorge il Parco dell’Etna. «Una grande occasione per valutare e avviare un censimento dello stato attuale delle nostre strutture paesaggistiche e trovare soluzioni efficaci per rilanciare il territorio», dichiara il sindaco del Comune etneo Angelo Pulvirenti. Attore protagonista anche la Soprintendenza dei Beni Culturali di Catania: «Il nostro impegno – interviene Franco La Fico – è costante e in sinergia con gli Ordini professionali, le cui competenze sono indispensabili per la realizzazione di progetti che si sposino con il meraviglioso paesaggio che abbiamo». Riflessioni a cui fanno seguito quelle del commissario Parco dell’Etna Vincenzo Spartà, sostenitore della collaborazione e delle azioni di sensibilizzazione «per far fronte alle attuali difficoltà del Parco, causate soprattutto dalla carenza di personale». Il dialogo con il paesaggio diviene dunque elemento indispensabile, come evidenziato da Mariagrazia Leonardi (presidente InArch Sicilia) e Antonella Bondì (presidente AIAPP – Associazione Italiana Architetti Per il Paesaggio). In questo quadro rivestono un ruolo chiave i valori e le competenze del Paesaggista, oggetto dell’intervento del presidente della Federazione Architetti Sicilia Alessandro Amaro e della professoressa Simona Porto (presidente corso di laurea magistrale in Salvaguardia del Territorio, dell’Ambiente e del Paesaggio del Di3A UniCT). In risalto la complessità del tema, che richiede preparazione e competenze progettuali e biologiche.

Ad animare la giornata la tavola rotonda, moderata da Mariagrazia Leonardi, a cui hanno preso parte Franco La FicoSalvo Caffo (Parco dell’Etna), Simona PortoGiambattista Pomatto (consigliere dell’OAPPC di Torino), Simone ColaAlessandro AmaroVera Greco (AIAPP) e Ignazio Lutri. Tanti gli elementi emersi su cui poter lavorare e gettare le basi. Su tutti il rispetto della sostenibilità e la realizzazione di progetti che si integrino con la natura nelle aree antropizzate. Non solo attraverso architettura di qualità, ma anche ricorrendo all’uso di materiali presenti negli spazi individuati. Condiviso anche il principio del riuso e recupero dell’edilizia esistente, soprattutto nelle zone rurali, così come la redazione di piani urbani e paesaggistici che evitano di dar luogo a dei falsi storici.

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