Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Scuola: in attesa del bando per la formazione dei docenti di sostegno

Parliamo dei corsi TFA sostegno per la scuola secondaria, per la frequenza dei quali si prospettano disagi per i docenti

di Clara Di Palermo

Una battaglia per vedere rispettato un diritto: quello di potere partecipare al corso TFA Sostegno IV ciclo nell’ateneo della loro città, cioè quello di Palermo.
A combattere la battaglia un consistente numero di docenti che lo scorso anno, visto che l’Università di Palermo non aveva attivato i corsi di specializzazione per il sostegno per la scuola secondaria, aveva fatto il concorso per accedere ai suddetti corsi (vincendolo o risultando idonei) in altri atenei dell’isola.
Si tratta dei corsi TFA per la scuola secondaria, dicevamo, dato che quelli per l’infanzia e la primaria, l’ateneo palermitano li aveva attivati. Questi corsi sono abilitanti all’insegnamento di sostegno e con il titolo acquisito si ha diritto a partecipare ai concorsi specifici.

Notevoli disagi

“Frequentare i corsi in atenei di altre città – ci dicono alcuni dei docenti interessati -, significa dovere abbandonare la famiglia per 4 giorni a settimana, dato che, peraltro, non sono contemplate assenze né la possibilità di recuperare le ore perse con eventuale assenza. Molti di noi causerebbero disagi forti alle famiglie, tra bambini piccoli e genitori anziani da accudire. In più, oltre a doversi sostentare fuori casa per frequentare i corsi, si dovrebbe rinunciare totalmente a qualsiasi incarico o supplenza, con un mancato guadagno”.
Ciò che si chiede è di poter frequentare nella sede più vicina, in questo caso l’Università di Palermo, da soprannumerari, senza andare a intaccare i bandi di prossima pubblicazione. Cioè senza andare a toccare il numero stabilito nel contingente nelle Università.

Un esempio pratico

Facciamo un esempio pratico per capire la situazione. Un insegnante (indifferentemente uomo o donna che sia) che vive a Palermo o a Trapani, e che è risultato, lo scorso anno, vincitore/vincitrice o idoneo al concorso per accedere al corso TFA sostegno per la scuola secondaria all’ateneo di Messina (stante la non attivazione degli stessi corsi a Palermo), dovrebbe trasferirsi a Messina per 4 giorni a settimana. Le condizioni della viabilità dell’Isola, infatti, non sono tali da consentire, tra continue interruzioni e manto stradale da surfisti, un pendolarismo giornaliero, anche perché la distanza non è esattamente irrilevante.

Ma quanto ci costa?

Quindi, questi docenti, per lo più precari, dovrebbero affittare casa o pagare albergo per 4 giorni a settimana, disporre di risorse economiche per sostentarsi e per rinunciare anche all’eventuale incarico, anche di poche ore, che potrebbe presentarsi come opportunità lavorativa. E non dimentichiamo che, oltre allo stipendio di un eventuale incarico, perderebbero anche il punteggio per la graduatoria.
Insomma, una perdita su più fronti.
Ci fa dovere aggiungere che sull’intero territorio nazionale c’è carenza di personale specifico formato per il sostegno, tant’è che sovente, nelle scuole, si ricorre a docenti di esperienza ma senza alcuna formazione adeguata, pur di sopperire alla carenza in organico, in presenza di alunni con esigenze di sostegno.

Ancora nessuna certezza

“Abbiamo raccolto solidarietà da più parti, qualcuno ha anche sposato la nostra causa – ci dicono i docenti – come il capogruppo di +Europa al Comune di Palermo, Fabrizio Ferrandelli, che ha chiesto un intervento del Sindaco di Palermo presso il Rettore dell’Università cittadina. Nei fatti, con il bando di concorso alle porte, non abbiamo ancora alcuna certezza”:
L’InchiestaSicilia continuerà a seguire la vicenda che rappresenta da un lato una opportunità lavorativa non indifferente, dall’altro un diritto per gli studenti con qualche difficoltà ad avere docenti appositamente formati per le loro esigenze didattiche.

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