C’è chi va in libreria cercando solo le ultime novità e chi, oltre a quelle, custodisce sugli scaffali (e nel cuore) una biblioteca dell’anima
di Alessia Franco
Riesumare le idee di un personaggio, seppure virtualmente, sarebbe un esercizio di stile ozioso quanto inutile, e probabilmente non porterebbe a nient’altro che a uno sforzo vano.
Cosa penserebbe, oggi, Virginia Woolf, della recrudescenza dei femminicidi? Di sicuro tutto il male possibile: ma che cosa produrrebbe, in concreto, la penna di chi, nel 1929, pubblicò “Una stanza tutta per sé”? Non lo sapremo mai, appunto.
Però pensateci: quante volte ci siamo soffermati su un passaggio che sembra scritto per noi, pur essendo stato concepito molto tempo prima? Come mai spesso finiamo per incontrarci con un autore che abbiamo sentito nominare, citare negli anni così tante volte che quasi per caso ce lo siamo ritrovati tra le mani?
A noi è accaduto, fra gli altri, con “C’era una volta”, di Luigi Capuana. Senza sapere un’acca di chi fosse il narratore di queste fiabe straordinarie (e un po’ crude, a dire il vero), di verismo, di quale fosse il contesto in cui il volume era stato scritto. Capitò semplicemente perché il libro era in casa, ed era passato di generazione in generazione, di mano in mano: sono moltissime le storie di libri che vengono ereditati, e di mani e di occhi che li accolgono e li leggono.
Il libro, insomma, non passa di moda: è un’illusione di chi va in libreria come se andasse a fare shopping, cercando solo le ultime tendenze. Ecco perché, in questo spazio, vorremmo dare voce alle novità quanto a quei libri, chiamateli classici se volete, che semplicemente albergano nel cuore e nella mente di molti di noi. E chiediamo l’aiuto di tutti voi: lettori, librai, editori, autori, per arricchire con i vostri suggerimenti questa biblioteca dello spirito. In cui non c’è, perché non può esserci, una data di scadenza.