Sequestro Aiello, lavoratori da due anni senza mensilità e Tfr. Oggi incontro con l’Agenzia dei beni confiscati. Piastra e Campo: “Urgente trovare soluzioni anche straordinarie con i ministeri di Economia e Finanze, per dare in tempi rapidi i soldi ai lavoratori”
Sequestro Aiello. La Cgil Palermo ha incontrato oggi i vertici dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia, assieme ai liquidatori delle società Ati Group, Ediltecna ed Emar del gruppo Aiello di Bagheria. Un incontro chiesto per risolvere la questione dei lavoratori delle tre aziende confiscate, che attendono il pagamento delle ultime mensilità e il Tfr da due anni, da quando sono stati licenziati. Ieri i lavoratori di una delle prime grosse aziende confiscate, con la mobilità che scade a fine anno, hanno tenuto un sit-in di protesta davanti alla sede della clinica Villa Santa Teresa per manifestare il loro disagio.
“Le società non hanno la liquidità necessaria per pagare i lavoratori in quanto i beni dell’azienda sono stati incamerati dall’erario – dichiarano il segretario generale della Fillea Cgil Palermo Francesco Piastra e il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo – Sia l’Agenzia che i liquidatori si sono impegnati a trovare delle soluzioni per creare delle provviste, anche attraverso la vendita del patrimonio mobiliare, e con l’attribuzione di parte del patrimonio immobiliare in possesso dell’erario da destinare alla vendita. Eventualità, quest’ultima, che deve essere autorizzata dal consiglio di amministrazione dell’agenzia. Hanno chiesto del tempo. E’ previsto un aggiornamento della riunione a giugno e comunque a valle delle decisioni del consiglio di amministrazione dell’Anbsc”.
Aggiungono Piastra e Campo: “E’ una situazione difficile, che ha del paradossale: ci troviamo davanti ad aziende dello Stato che non riescono a pagare i lavoratori perché non hanno capacità di far fronte agli impegni finanziari assunti mentre dovrebbe essere possibile attingere ai fondi statali alimentati dalle confische”. “Secondo la stessa Agenzia esiste un deficit normativo. Se cosi è – proseguono Piastra e Campo – il sindacato chiede l’emanazione di una normativa specifica per consentire il pagamento dei crediti maturati dai lavoratori durante il sequestro e la confisca, tramite i fondi accumulati dall’erario. O, in alternativa l’assimilazione alle aziende fallite, in modo da poter attivare i fondi di garanzia dell’Inps. Abbiamo chiesto all’Agenzia dei beni confiscati, rappresentata dalla dirigente Matilde Pirrera, di farsi carico del problema direttamente con i ministeri dell’Economia e degli Interni”.
Venerdì 18 alle ore 16 si terrà una riunione presso la Camera del Lavoro di Bagheria con i lavoratori per un aggiornamento.