Oggi, vivono in Belgio, 290 mila italiani, più del 2,5 per cento, circa, della popolazione belga totale. Secondo dati forniti dal Consolato italiano in Belgio, i siciliani in Belgio, rappresentano il 25 per cento degli emigrati italiani
di Patrizia Romano
La presenza dei siciliani in Belgio si perde nella notte dei tempi. Secondo documenti storici, i primi insediamenti di emigrati siciliani risalgono all’Era Rinascimentale per, poi, proseguire dopo la fine della prima guerra mondiale, quando nuclei sempre più numerosi di italiani lasciano l’Isola alla volta del piccolo stato monarchico.
Tra il ’46 e il ’60, vista la grande risorsa delle miniere, che richiede continua manodopera, approda in Belgio quasi mezzo milione di italiani, tra questi, tantissimi siciliani.
Sono quelli, anni di grande sacrifici per gli italiani emigrati. Le condizioni di lavoro sono pesanti e la paga è bassissima. Gli italiani mostrano, comunque, grande dedizione al lavoro, rappresentando per il Paese ospite una grande risorsa. Il boom si registra proprio nel ’46, quando viene siglato un accordo bilaterale tra i due Paesi, in base al quale vengono trasferite, dall’Italia al Belgio, oltre 50 mila unità lavorative.
In continua ascesa, il flusso migratorio dall’Italia subisce una battuta d’arresto nel ’56, a causa della tragedia di Marcinelle, dove, per il crollo di una miniera, perdono la vita tantissimi italiani. Un tragico episodio, che fa da deterrente ai flussi in partenza. Non dimentichiamo che le miniere rappresentano per il Belgio, a quell’epoca, la maggiore risorsa lavorativa e la più grande prospettiva occupazionale che il Belgio potesse offrire alle popolazioni immigrate.
Quelli che, comunque, vivono già lì, vi rimangono. Si tratta, prevalentemente, di una popolazione giovane, maschile e celibe. Tanti mettono su famiglia in loco, incrementando, negli anni a venire, la popolazione italiana in Belgio.
Oggi, vivono in Belgio, 290 mila italiani, circa, più del 2,5 per cento della popolazione belga totale. Secondo dati forniti dal Consolato italiano in Belgio, i siciliani nel piccolo stato, rappresentano il 25 per cento degli emigrati italiani. Insomma, i siciliani che abitano a Charleroi sono quelli che costituiscono la comunità italiana più numerosa in Belgio. L’attuale comunità italiana in Belgio è, comunque, molto bene integrata nella società belga. Gli Italo-belgi occupano ruoli di grande importanza: basti pensare all’ex Regina del Belgio, Paola Ruffo di Calabria o all’ex Primo Ministro, Elio Di Rupo.
E’ ben integrata anche nel tessuto sociale e industriale. Questa fetta bene integrata è, comunque, composta, attualmente, dalle seconde e terze generazioni rispetto alla prima emigrazione degli anni ’60 e ‘70.
Il Belgio rimane, comunque, una delle mete di emigrazione preferite dai siciliani. Infatti, occupa il secondo posto, dopo la Germania. ui, llllaaQui, la Sicilia rappresenta l’ottava regione in termini di quantità. Anche se pure il Belgio, comunque, risente pesantemente della crisi. Dopo la chiusura delle miniere, delle fabbriche di acciaio e di vetro, non offre più le opportunità di una volta. Per fortuna cresce il polo di riconversione di Gosselies.
I siciliani in Belgio rimangono, comunque, persone imprenditorialmente molto intraprendenti e di spessore in tantissimi ambiti. E’ recente, per esempio l’apertura di un locale ‘Sicilierie’, nata per iniziativa di 8 imprenditori catanesi e che vede la partecipazione al progetto di molte altre aziende siciliane.
Nell’ambito gastronomico e non solo, in belgio, il made in Sicily riscuote grande successo.