Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Simone Lenzi: In esilio

L’ultima opera di Simone Lenzi “ In esilio. Se non ti ci mandano vacci da solo ” (Rizzoli editore), è un romanzo autobiografico che indaga sul lato oscuro dell’esistenza...

di Pippo La Barba

L’ultima opera di Simone Lenzi  “ In esilio. Se non ti ci mandano vacci da solo ” (Rizzoli) è un romanzo autobiografico che indaga sul lato oscuro dell’esistenza

 

di  Pippo La Barba 

Simone Lenzi, artista poliedrico (cantante, autore di testi, romanziere di successo), affronta in quest’opera tematiche attuali in forma narrativa. Dopo averlo fatto con “La generazione” (che ha ispirato il film di Paolo Virzì “Tutti i giorni”),  “Mali minori” e  “ Per il verso giusto. Piccola anatomia della canzone”. Una civiltà al tramonto dove tutto è cristallizzato e un futuro indefinito sono i due poli entro cui Lenzi   in questo romanzo spazia con pagine corrosive e avvincenti. La descrizione di uno stato d’animo di perenne incertezza e  disorientamento  proprio dei nostri giorni e una scrittura potente  inchiodano il lettore alla narrazione.
Questo spaccato dell’esistente richiama all’autore quel “piccolo mondo antico” chiuso nella differenza di classe in cui ha trascorso la giovinezza. Una sorta di amarcord senza rimpianti attraversato da autoironia e voglia di cambiamento.
Un romanzo che non è un romanzo, ma una sferzata alle nuove generazioni a spazzar via stereotipi e assuefazioni allo statu quo.

Il tutto è già racchiuso nell’incipit del romanzo, in cui Lenzi afferma: “Questa non è una storia. E’ un invito a guardare il cielo di notte, in estate , come si faceva da ragazzi, quando cercavamo di riconoscere il disegno delle costellazioni. Non è una storia, perché le storie le abbiamo viste già tutte in televisione, per tutte le sere di questa nostra prematura vecchiaia in cui abbiamo smesso di uscire e guardare il cielo d’estate e siamo rimasti seduti ad ascoltare, a osservare milioni di storie che ci scorrevano davanti”.

 

 

 

 

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