Voglia di Cinema! – I consigli di Massimo Arciresi
Sing Street (id., Irlanda/GB/USA, 2016) di John Carney con Ferdia Walsh-Peelo, Lucy Boynton, Mark McKenna, Jack Reynor
Dublino, 1985. Un quindicenne (Walsh-Peelo) con famiglia “incrinata” per far colpo su una misteriosa non-coetanea (Boynton, “magica” il giusto) mette su a tamburo battente una band e coinvolge la bella, aspirante modella, nelle riprese del suo primo videoclip. Il gruppetto, in fondo ben assortito, non suonerà covers, bensì motivi originali in linea con i vari Duran Duran, A-ha, Spandau Ballet, The Cure dell’epoca (irresistibile l’avvicendarsi dei look dei ragazzi). Storia (in note, come si conviene al Carney di Once e Tutto può cambiare) di formazione – musicale, appunto – simile ad altre (pure alle gloriose aspirazioni di The Commitments), con tanto di ammirevole fratello maggiore (il valente Reynor di Transformers 4, Macbeth e Una notte con la regina), imprecisa qua e là ma provvista di una marcia in più.
Oppure…
Knight of Cups (id., USA, 2015) di Terrence Malick con Christian Bale, Cate Blanchett, Natalie Portman, Freida Pinto
Per la verità, è questo il miglior titolo della settimana. Tuttavia Malick, perlopiù ammirato per The Tree of Life e criticato per il non meno profondo To the Wonder, osa astrarre ulteriormente la vicenda di uno sceneggiatore (Bale) ferito da tetre vicende familiari, con l’ovvia conseguenza che il suo film piace a pochi. Però nelle continue corse in auto con la fidanzata di turno e nelle numerose passeggiate sulla spiaggia (avvicinare il mare è una specie di traguardo, a farci caso) c’è un’incessante ricerca – anche estetica – che è più del regista che del verboso (fuori campo) personaggio. Tantissimi camei.
Voglia di cinema – La frase della settimana
«Questo ha raccolto 30.000 $ per fare un paio di mutande con la tasca!» Un agitato Edoardo Leo, davanti alla comprensiva fidanzata Anna Foglietta, confronta l’agonizzante crowdfunding che ha lanciato per creare una piattaforma dedicata ai liberi professionisti con realtà analoghe americane (dagli scopi avvilenti) nel’acuta commedia – nonostante dissipi qualche momento umoristico – Che vuoi che sia (Italia, 2016) di Edoardo Leo.