Vacanze finite, ferie godute… a fine estate ci restano le foto, scattate a migliaia anche grazie agli smartphone che abbiamo sempre con noi, e i souvenir che sono a futura memoria dei viaggi fatti e dei luoghi visitati. Talvolta hanno anche il potere di farci rivivere le sensazioni provate.
Ma quali sono i souvenir più gettonati?
La classifica dei… ricordi di viaggio
Al primo posto restano le calamite, i famigerati magneti da frigo per cui si è disposti a minacciare (si fa per dire, ovviamente) gli amici che devono recarsi in località particolari. Così si arriva a dover stare attenti a quando si apre il frigo di casa per evitare che, dalla incredibile mole di magneti, qualcuno possa rovinare a terra.
Inizialmente una comoda scappatoia alla richiesta di un souvenir, oggi le calamite sono diventate un vero e proprio oggetto da collezionismo oltre che un impegno economico per chi deve accontentare amici e parenti.
“Siamo stati in viaggio di nozze negli Stati Uniti – racconta Silvia – e abbiamo speso un patrimonio in calamite ricordo: costavano anche 14/20 dollari l’una e davvero cercare di accontentare le richieste senza sforare il budget è stato un vero esercizio di equilibrismo!”
Ma quanto si spende?
Restando in tema costi, per lo più si spendono dai 3 ai 5 Euro a magnete, se si vuole restare sui pezzi prodotti in serie. Qualcuno preferisce quelli artigianali, come le coffe siciliane in miniatura realizzate a uncinetto, piccole ma finemente lavorate e anche arricchite da decori e passamanerie. Qui ci attestiamo intorno ai 10/15€ a pezzo.
Ma se finisce lo spazio sullo sportello del frigo? I più agguerriti collezionisti, senza disturbare il frigorifero o la cappa aspirante della cucina, si sono attrezzati con planisfero magnetico e attaccano ogni calamita in corrispondenza del paese di provenienza.
Souvenir da gustare
Al secondo posto dei souvenir più acquistati ci sono i prodotti alimentari, attenendosi rigorosamente alle norme che, in alcuni paesi, ne vietano l’esportazione o l’importazione. Senza contare che i liquidi, a meno che non si voglia imbarcare un bagaglio in stiva, sottostanno a rigide limitazioni.
Via, quindi, con orecchiette pugliesi, panettoni artigianali milanesi, cannoli e cassate siciliani, limoncello di Sorrento, ‘nduia calabrese, fontina valdostana o strudel altoatesino.
Proseguendo a scorrere questa insolita classifica, ci imbattiamo in bambole in costumi tradizionali locali, riproduzioni di famose opere d’arte (se si va ad Amsterdam, non si può tornare senza la stampa di un quadro di Van Gogh!) e magliette e felpe con il nome della città.
Un giro d’affari da capogiro
Dati alla mano, quello dei souvenir è un mondo che muove un notevole giro di denaro: se nel nostro paese, tra gondole di Venezia, Colosseo, Templi di Agrigento e così via, si aggira intorno ai 700 milioni di Euro, negli Stati Uniti si parla di miliardi di dollari spartiti tra Mount Rushmore, Casa Bianca, riproduzione del Grand Canyon, Golden Gate Bridge, targhette metalliche della Route 66 e tanto altro. Ma da sempre, a farla da padrone, è tutto il mondo di souvenir che ruota intorno alla famiglia reale britannica.
E non può mancare la curiosità
Infine una curiosità. I giapponesi considerano il souvenir quasi un obbligo per scusarsi, con chi è rimasto a casa, per essersi assentati. E per venire in soccorso anche ai più sbadati che realizzano solo arrivati in aeroporto di aver dimenticato qualcuno nella lista dei destinatari del souvenir, ecco che all’aeroporto di Tokyo hanno avuto la geniale idea di realizzare un negozio che propone oggetti da tutto il mondo: dalla torre Eiffel a Buckingham Palace, dal Colosseo al cioccolato svizzero alla birra irlandese…