Nella Giornata Internazionale dei diritti delle Bambine, proclamata dall’ONU 6 anni fa, per combattere la violenza di ogni genere, fisica e psicologica, cui sono costrette giovani ragazze di tutto il mondo, UNICEF e TERRE DES HOMMES hanno presentato un report , “ Indifesa”, sulle condizioni in cui vivono nel mondo ed in Italia
di Claudia Ferreri
Beyoncè ha voluto contribuire attraverso una nuova versione del video della sua hit “Freedom” rendole protagoniste lanciando l’hashtag #FreedomForGirl all’insegna dell’empowerment.
Un report con dati pesanti, nonostante ci sia un miglioramento in alcuni settori e in alcune aree geografiche, continuano ad evidenziare come i diritti delle bambine e delle ragazze continuino ad essere negati, soprattutto scuola, istruzione, diritto all’integrità fisica e psichica.
Il fenomeno più diffuso è quello delle spose bambine. Una pratica in forte aumento negli stati cosiddetti “ fragili”, ovvero sia quelli in situazioni di guerre, instabilità politica e calamità naturali. Paesi dell’Asia meridionale e dell’Africa sub-sahariana. Il motivo? I genitori, oltre a lo fanno nella convinzione che un marito le possa proteggere dalle violenze e garantire condizioni di vita migliori, violando un diritto fondamentale cioè quello di scegliere liberamente. Sì in diminuzione ma non in termini assoluti. E, mentre l’istruzione, vero strumento di crescita e libertà individuale, rimane preclusa. 264 milioni sono i bambini e gli adolescenti che non possono andare a scuola a livello globale. Un numero enorme pari a circa un quarto degli abitanti dell’Europa. La principale causa che favorisce l’abbandono scolastico è la povertà. E la mancanza di istruzione espone le bambine a molti rischi, primo tra tutti lo sfruttamento lavorativo.
“Porre fine al matrimonio precoce – si legge nel report – può contribuire in maniera significativa ad alleviare la povertà, a migliorare le condizioni di salute sia a livello individuale che della popolazione in generale, ad aumentare la produttività e ad accrescere le opportunità di sviluppo economico”. Infatti il rischio per queste giovani spose è quello di essere povere da adulte, di non partecipare alla vita economica, sociale e politica, di non essere consapevoli dei propri diritti. Donne che a loro volta non avranno la capacità e la possibilità di crescere adeguatamente le loro figlie. Ogni anno, in tutto il mondo, sono 16 milioni le adolescenti che diventano madri, con tutti i rischi che una gravidanza a questa età comporta: maggiore probabilità di morire durante il parto, dare alla luce bambini sotto peso e avere conseguenti e gravi problemi di salute. Un maggiore tasso di istruzione offre alle ragazze maggiori possibilità di trovare un lavoro più remunerativo. Per i 15 Paesi presi in esame, tenendo il 2015 come anno di riferimento, possiamo calcolare che i mancati guadagni delle ragazze a causa di un matrimonio precoce siano pari a circa 26 miliardi di dollari. Si calcola che ogni anno circa 15 milioni di bambine e ragazze con meno di 18 anni vanno in sposa. Una ogni due secondi”. Un dato ancor più grave e pesante se si pensa che in molti Paesi hanno stabilito che il matrimonio è legale anche per le ragazze con meno di 18 anni. Anche in Paesi “ricchi” come gli Stati Uniti d’America dove, tra il 2000 e il 2010 si sarebbero celebrati – nella totale legalità – almeno 167mila matrimoni in cui uno dei partner (solitamente la sposa) erano minorenni.
Purtroppo tutti questi fattori comportano un altro gravissimo fenomeno che è quello della violenza. Il numero dei reati commessi su bambini e adolescenti non è mai stato così alto da un decennio a questa parte, toccando la cifra di 5.383 minori. E la cosa più drammatica che il luogo più pericoloso per i bambini sono proprio le mura domestiche. Il nido diventa la tana del lupo. La violenza domestica è causa della maggioranza dei reati contro i minori: nel 2016 – secondo il report – sono state ben 1.618 le vittime di maltrattamento in famiglia, per il 51% femmine, con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente. In Italia più di 2 bambini ogni giorno sono vittime di violenza sessuale, mentre nell’ultimo anno il numero totale dei minori vittime di reato è salito del 6% rispetto al 2015. E la maggior parte, ancora una volta, sono femmine.
Ma come poter dare un contributo per migliorare questo quadro drammatico? Sicuramente con delle normative più concrete per la difesa di queste giovani donne, una maggiore sensibilizzazione dei giovani al contrasto alla violenza in tutte le sue forme e l’introduzione nelle scuole di ore dedicate all’educazione per la prevenzione della violenza sulle donne e per il rispetto dell’identità di genere.