Per una volta, l’Isola non rappresenta il fanalino di coda rispetto ad altre aree d’Italia. Infatti, la Sicilia è la terza regione della Penisola in cui si registra la maggior parte dei casi
la Redazione
Maschio, quarantenne, disoccupato. E’ l’identikit dello stalker tracciato dalla Direzione statistica del ministero di Giustizia che ha condotto un’indagine sull’increscioso fenomeno dello Stalking in Italia. Donna, trentottenne, indipendente è, invece, il profilo della vittima.
Sempre più incisivo, lo stalking dilaga per lungo e per largo, senza risparmiare nessuno.
La Sicilia, dopo la Lombardia e il Lazio è la terza regione d’Italia in cui si registra il maggior numero di casi di stalking. Dalle ultime indagini, il Sud Italia sembrerebbe colpito dal fenomeno in una percentuale del 30 per cento, preceduto solo dal Nord Italia che registrerebbe percentuali che raggiungono, addirittura, il 49 per cento. Non meno allarmanti sarebbero i dati provenienti dal centro Italia con una percentuale del 19 per cento.
A dare una maggiore idea dello spessore che il fenomeno assume, interviene il numero di procedimenti legali che in Sicilia ammontano a 1200 in soli due anni. Nella stragrande maggioranza dei casi, più del 90 per cento, il processo ha origine dalla denuncia da parte della vittima. Denuncia che arriva dopo un anno di persecuzione. In genere non è alla prima denuncia che lo stalker si ferma. Alla prima, infatti, ne seguono tante altre.
In genere, lo stalker non ha precedenti penali, ma è un soggetto geloso, possessivo, e pieno di ossessioni sessuali. Lo stalking, invece, va dall’aggressione verbale a quella scritta, dagli appostamenti sotto casa ai pedinamenti.
Negli ultimi anni si è posta particolare attenzione alla violenza sulle donne. Questo fa pensare che il fenomeno sia esploso soltanto negli ultimi anni. Nella realtà dei fatti, sostengono i sociologi, non è così. La violenza nei confronti delle donne è sempre esistita, ma il fenomeno ha vissuto una vita sommersa. Ancora ora, molte donne hanno difficoltà a parlarne e a denunciare il proprio aggressore.
Il dato più allarmante che viene fuori dalle analisi condotte è il rapporto affettivo che nella stragrande maggioranza dei casi lega la vittima e il proprio carnefice. Quasi sempre, infatti, l’aggressore è un ex marito, un ex fidanzato o un ex compagno. Infatti, Il contesto in cui solitamente avvengono i soprusi sono di solito le mura domestiche. Ma anche l’ambiente lavorativo col tempo è diventato un luogo dove la tendenza prevaricatrice maschile ha potuto trovare terreno fertile.
Nel suo intimo la donna soffre molto dopo avere subito queste violenze. La sofferenza si manifesta con perdita di fiducia e autostima, sensazione di impotenza, disturbi del sonno, ansia, depressione, difficoltà di concentrazione, dolori ricorrenti in diversi parti del corpo, difficoltà nella gestione della famiglia, idee di suicidio o autolesionismo.