Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Still life: il voyerismo del cibo

La gastronomia siciliana rappresenta un soggetto in grado di produrre molteplici e variegati esempi di still-life fotografici realizzati con cura estetica

di Redazione

La gastronomia siciliana rappresenta un soggetto in grado di produrre molteplici esempi di still life fotografici realizzati con cura estetica. 

di Andrea di Napoli

Le fotografie del cibo rappresentano un vero e proprio genere autonomo in grado di produrre molteplici e variegati esempi di still-life fotografici. Si tratta di eleganti nature morte  realizzate con una grande cura estetica da abili professionisti che, ricorrendo alla tecnica e all’esperienza acquisita, giocano con le luci e propongono audaci accostamenti di forme e colori per catturare il fascino degli alimenti. Prodotti tipici e specialità prelibate non sfuggono all’obiettivo dei fotografi che intendono mettere in evidenza che il cibo rappresenta una parte importante del patrimonio culturale di un territorio e delle tradizioni di coloro che vi abitano. Dopotutto, può anche essere vero che, come sosteneva il filosofo tedesco Feuerbach, «L’uomo è ciò che mangia». Come tutte le arti visive, la fotografia è destinata a trasmettere emozioni nel momento in cui viene osservata, rendendo possibile, nella fattispecie, cogliere l’appetibilità di un alimento attraverso il suo aspetto estetico, capace di evocare contemporaneamente gusti e sapori particolarmente gradevoli.

set fotografico sul cibo

Cibo in posa

Generalmente la preparazione di una vivanda destinata al set fotografico è molto diversa per grado di cottura, ingredienti e presentazione rispetto a quella consumata durante il pranzo, in quanto non dovrà soddisfare il palato, ma comporre una immagine “bella da vedere”. Eppure, in alcune occasioni, osservando le fotografie esposte o pubblicate sulle riviste specializzate si può notare l’assenza di qualsiasi accorgimento artificioso e apprezzare l’assoluto realismo delle immagini delle pietanze pronte a essere assaggiate. Talvolta accade che la rappresentazione dell’aspetto estetico di un piatto sia più importante del piatto stesso, pertanto, già nel 1984, sulle pagine del libro “Female Desire- Women’s”, fu coniato il termine “food-porn” per definire il “voyerismo del cibo”, una innocua forma di perversione.

Rappresentazione di un piatto

Anche se è vero che la fotografia viene scattata per essere ammirata, mentre una pietanza viene cucinata per essere mangiata,  è altrettanto vero che dalla sinergia tra la natura così diversa delle due materie scaturisce una particolare capacità di coinvolgimento emotivo. La scelta di trovare un punto di ripresa laterale e abbastanza ravvicinato permette ai fotografi di raccontare qualcosa di più delle proprietà e della preparazione di una pietanza, rispetto al consueto piatto colmo di minestra visto dall’alto e utilizzato per le generiche illustrazioni dei libri di ricette. Inoltre, uno sfondo uniforme aiuta l’osservatore a mantenere l’attenzione sull’ alimento in primo piano. Le fotografie del cibo si inseriscono nel dilagante filone gastronomico che imperversa da qualche tempo sia nel settore artistico e letterario che in varie forme di spettacolo e perfino in occasione dell’Esposizione Universale, per la quale è stato scelto come tema conduttore proprio l’alimentazione. Dalle colorate immagini del genere “food”, al  di là di qualche  esagerazione folkloristica, emergono molti elementi etno-antropologici tipici della nostra appassionante e antichissima cultura popolare.

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