Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Storia di una siciliana in Francia

Quella che vi raccontiamo in questo articolo è la storia di una siciliana in Francia. E' la storia di Manuela, che, come tanti giovani siciliani, lascia la propria terra ed emigra all'estero. Ma è ancora giustificabile l'esodo verso altri Paesi che, in fondo, stanno così così, in un contesto di crisi globalizzata? Scopriamolo con la giovane Manuela

di Patrizia Romano

Mancanza di lavoro. Carenze strutturali. Crisi economica. Curiosità. Voglia di evasione. Queste e tante altre, sono le motivazioni che spingono i giovani siciliani a lasciare l’Isola, oltrepassarela Penisola ed emigrare all’estero?
E’ ancora giustificabile questo esodo in un contesto di crisi globale?
Quella che stiamo per raccontarvi è la storia di Manuela: una siciliana in Francia.
Oggi, Manuela vive a Lille, nel Nord della Francia. Dopo un percorso di studio completato, decide di partire e iniziare una nuova vita all’estero. Ma cosa ha spinto Manuela a lasciare l’Italia? Cosa porta una siciliana in Francia?

Perché una siciliana in Francia

All’inizio, Manuela decide di andare all’estero, per un desiderio di indipendenza e di confronto con il resto del mondo. Sono queste le motivazioni che la spingono a trasferirsi nel nord della Francia, dove comincia come animatrice in feste private e baby-sitter. Oggi, traduttrice e autrice di alcune novelle per bambini.
“Si, è proprio così – racconta Manuela -. Il mio desiderio di indipendenza, oltre a ragioni sentimentali, abbinate alla voglia di viaggiare e conoscere altre realtà, mi hanno spinto a lasciare le città italiane in cui ho studiato per confrontarmi con nuove realtà”.  
Sono già trascorsi 13 anni dal suo arrivo in Francia, prima a Parigi, da 8 anni a Lille, “metropoli a misura d’uomo, città viva, giovane e ricca di attività culturali e di locali, sede di numerose scuole. Tra le difficoltà ad adattarti al diverso stile di vita, Manuela racconta di nessuna in particolare, a parte per il clima al quale ancora, dopo ben 13 anni, nonsi è ancora abituata.  

La cucina siciliana, impareggiabile

“All’inizio mi mancava la buona, vera cucina italiana, che ho faticato un po’ a ritrovare in Francia – riprende la ragazza -. Inoltre, ho avuto qualche difficoltà con la lingua francese che, comunque, ho superato nel giro di pochi mesi, avendo già studiato il francese in Italia. Arrivata qui sono rimasta in osservazione per qualche tempo, in modo da familiarizzare con l’accento, poi mi sono buttata, e adesso ho fatto delle lingue il mio mestiere. Provenendo da un paesino di meno di 10.000 anime, direi che mi si è aperto un mondo”. 
Grazie all’efficace rete di trasporti pubblici posso spostarmi rapidamente e senza difficoltà da una parte all’altra della città e della regione. “La posizione della mia città è strategica, perché nel cuore dell’Europa – afferma -. Da qui, le capitali quali Bruxelles, Londra e Parigi sono facilmente raggiungibili.” 

La Torre Eiffel a Parigi (foto © Silvia Scuderi)

I rientri in patria

Con quale frequenza torni in Italia?  “Dipende – è la sua risposta -. Una o due volte l’anno per tornare in famiglia. Ma mi può capitare di tornarci per ragioni di lavoro. In entrambi i casi, sono sempre felice. 

Differenze culturali

Chiediamo a Manuela, quali siano le maggiori differenze tra la cultura italiana e quella francese? 
“Ironia a parte – ci risponde – al di là delle battute sulla cucina e la presunta superiorità dell’una sull’altra, penso che i francesi siano nettamente meno spontanei e naturali rispetto a noi italiani. Anche meno schietti. In compenso sono forse più strutturati dal punto di vista professionale, anche relativamente più efficaci. Il modello sociale francese dovrebbe servire da esempio a quello italiano, anche se in questi ultimi anni, purtroppo, sta perdendo in qualità”.
Quindi, talvolta, al di sotto delle aspettative di chi vive questa esperienza francese.  

L’attività di Manuela

“Relativamente alla mia attività, sono traduttrice e a volte anche interprete sia in Italiano che in Francese. A breve anche autrice. Dopo aver acquisito la padronanza della lingua francese ed aver ripreso gli studi, ho ricoperto per diversi anni varie figure legate all’animazione – dice -. Era un modo facile anche per migliorare la lingua. Queste esperienze mi hanno aiutata a prendere coscienza del fatto che, il lavoro da indipendente e da creativa, è quello che più si addice alla mia personalità”.
In Italia la qualità della vita è migliore e con un budget leggermente inferiore a quello che occorre qui. Ma in Francia, la copertura sociale e sanitaria è notevolmente più efficace di quella italiana nella tutela dei diritti dell’individuo, in particolare per quel che riguarda le persone anziane, disoccupate e isolate.  

Crisi anche in Francia

La crisi economica, comunque, ha colpito la Francia quanto l’Italia, i contratti a tempo indeterminato sono rari ed i licenziamenti e le delocalizzazioni sono troppo frequenti. Come da noi, i diplomi qui, contano spesso più dell’esperienza e anche in Francia i cinquantenni che si ritrovano senza lavoro, non riescono più a trovare nuova occupazione perché troppo “costosi”.
In compenso, lo stipendio minimo sindacale è più dignitoso che in molte regioni d’Italia e i diritti dei lavoratori globalmente più rispettati. La disoccupazione purtroppo dilaga, un italiano disoccupato che cerca lavoro qui, deve, oltre che saper parlare il francese, poter prima disporre di un alloggio. E’ un paradosso: se non si ha un lavoro non si trova casa, se non si ha casa non si può avere un lavoro. E’ come un cane che si morde la coda. 

Ti manca qualcosa della Sicilia? 

“Tutto – risponde determinata Manuela. Se trovassi un buon lavoro ci tornerei subito, anche se, ormai, sento di far parte di questa nuova realtà. Purtroppo però, sento molto la mancanza della mia famiglia, del sole, del cibo naturale, dei panni stesi fuori ad asciugare, della bellezza del Mediterraneo. E comunque, in base alla mia esperienza, consiglio a chiunque di trasferirsi all’estero, anche se provvisoriamente, perché penso che un’esperienza all’estero non può che essere salutare per l’evoluzione personale e professionale dell’individuo”.
Quindi, è questa la fine di una siciliana in Francia o in qualsiasi altra parte del mondo, lontano dalla Sicilia

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