Il 18 Aprile 2015 i telegiornali parlavano della strage più grave di migranti mai verificata nel canale di Sicilia fino a oggi, una vera e propria ecatombe che causò 58 vittime accertate, 28 superstiti e fra i 700 e i 900 dispersi
di Walter Nania
“Il pattugliatore della guardia costiera Ugo Gregoretti sta lasciando il porto di Malta dove ha fatto scalo per portare le salme dei 24 migranti che non ce l’hanno fatta. Le salme recuperate, le uniche fino a questo momento. In seguito si dirigerà verso il porto di Catania. Ha a bordo 27 superstiti di quella che è la strage più grave di migranti mai verificata nel canale di Sicilia fino a oggi, una vera e propria ecatombe”.
Il 18 Aprile 2015 i telegiornali parlavano dell’affondamento dell’imbarcazione che causò 58 vittime accertate, 28 superstiti e fra i 700 e i 900 dispersi, di cui molti corpi probabilmente giacciono ancora nella stiva dell’imbarcazione in fondo al mare. Questi numeri rendono l’episodio una delle più gravi tragedie marittime mai accadute nel Mediterraneo. Il primo superstite a toccare la terraferma perché in cattivo stato di salute, aveva raccontato che a bordo del peschereccio di 20 metri ci sarebbero state almeno 950 persone, un centinaio le donne e una cinquantina circa i bambini. Le porte della stiva erano bloccate, chiusi all’interno almeno 300 persone. Il natante si era ribaltato nel momento in cui i migranti avevano avvistato un peschereccio portoghese all’orizzonte riversandosi tutti su un fianco.
Oggi è stato agganciato, a 370 metri di profondità, quel relitto inabissatosi poco più di un anno fa. Il peschereccio è stato sollevato dal fondale marino verso la superficie attraverso il modulo di recupero installato a bordo della nave Ievoli Ivory. Squadre dei vigili del fuoco andranno ad operare all’interno dell’imbarcazione per il recupero delle vittime del naufragio. Sulla nave San Giorgio della Marina militare, che sta fornendo la protezione a tutto il dispositivo navale, è imbarcata una squadra di Vigili del Fuoco che ha il compito di effettuare i primi rilievi sul relitto e sulla presunta quantità e lo stato dei corpi al suo interno. Il relitto sarà collocato all’interno di una struttura refrigerata nella rada di Augusta, dove inizieranno le operazioni di recupero delle salme. A terra sono coinvolte circa 150 persone al giorno tra appartenenti alla Marina Militare, ai Vigili del Fuoco, al Corpo militare della Croce Rossa Italiana.
A Melilli (Siracusa), i risultati dell’intera operazione in mare verranno presentati alle ore 11 del 30 Giugno durante una conferenza stampa indetta dal ministero della Difesa e che si svolgerà presso il Pontile Marina Militare del Comando Marittimo. I corpi saranno esaminati da esperti sanitari di varie università coordinati dalla dott.ssa Cattaneo del Laboratorio di Antropologia e Odontologia forense dell’Università di Milano, allo scopo di acquisire informazioni utili a risalire all’identità dei cadaveri, creando un network attraverso l’incrocio dei dati per risalire così all’identità delle vittime.