Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Sul filo degli equilibri

di Redazione

Assemblea, Regione, Presidenza: stabilità e precarietà dei rapporti. Il ruolo dei cittadini

di Riccardo Di Blasi

Assemblea, Governo e Presidenza regionali: un trinomio inscindibile retto da una politica spesso distratta e poco ricettiva alle innovazioni. Lo Statuto demanda il rapporto tra i tre organi a una legge regionale. Eppure, l’equilibrio rimane precario. Il problema è statutario o funzionale? Un’annosa ‘querelle’.

I rapporti tra gli organi, in fondo, sono bilanciati. Non possiamo parlare di un problema tecnico-giuridico. Ciò che manca, in realtà, è la vera politica. Le norme possono essere modificate. Ma prima di passare a una riforma,  sarebbe giusto misurare, fino in fondo, l’intero impianto istituzionale.

Oltre al potere legislativo, l’Ars possiede altri strumenti per controllare l’attività del Governo. Ci riferiamo agli atti ispettivi. Si tratta di interrogazioni e interpellanze che costituiscono strumenti tipici del sindacato ispettivo, ossia della  funzione di controllo  sull’operato del Governo. L’interrogazione  consiste  in  una  semplice  domanda  rivolta  al Presidente  della  Regione  o  agli  Assessori  regionali  per  avere informazioni  su  atti  o  comportamenti  del Governo riguardo a determinati oggetti. Prima  dell’annunzio  in  Assemblea, queste vengono ‘filtrate’  dalla Presidenza  dell’Assemblea  per  accertare  che  non  siano formulate  in  termini  sconvenienti, ovvero che non presentino difetti  di  forma  o  di  contenuto. In molti casi, più che di filtro, possiamo parlare di censura. Il numero di istanze accolto, strada facendo, si riduce notevolmente rispetto alle istanze presentate. Un rifiuto trincerato dietro la dicitura ‘difetto di forma o di contenuto.

Poi, abbiamo gli atti propositivi, ovvero gli ordini del giorno e, infine, le mozioni per indirizzare l’attività. Queste ultime, rappresentano lo  strumento principale di  cui  si avvale  l’Ars  per manifestare  il proprio orientamento politico  su un determinato argomento. Questa  si caratterizza per  la  sua  versatilità, giacché consente non  solo di impartire direttive al Governo, ma anche di formulare voti o di esprimere opinioni sulle più  svariate materie. Versatilità che si traduce in eccesso di potere.

Essendo, dunque, la mozione atto di notevole rilievo politico-parlamentare, è circondata da un’infinità di  garanzie  procedurali.

I deputati regionali svolgono, quindi, attività ispettiva. In realtà, è una parte dell’attività dell’Ars particolarmente intensa, perché è quella che dovrebbe consentire di avvicinare il Parlamento e il Governo al territorio.

L’Ars dovrebbe essere, dunque, il collettore delle istanze della società siciliana. Nella realtà dei fatti, i deputati regionali non riescono a svolgere attività di indirizzo politico. La questione viene dettata dal confronto all’interno dei gruppi parlamentari. E’ lì che si stabilisce la linea da seguire sull’ordine del giorno. Il singolo deputato rischia di rimanere isolato. Le istanze che si presentano all’Ars non hanno quasi mai spazio perché legate a poche persone o a un singolo deputato e scatta il meccanismo della contrapposizione e della concorrenza. Nessuno può avvantaggiarsi e, di conseguenza, tutto diventa sterile e scontato.

Un contributo potrebbe venire dai cittadini che potrebbero realizzare una forma di democrazia partecipata e diretta che trasferisca una parte del potere pure alla cittadinanza. 

Una delle forme più ovvie per favorire questa partecipazione attiva, potrebbe essere la realizzazione di gruppi di lavoro paralleli all’Ars.

Ma il vero problema consiste nel fatto che, purtroppo,  ci si  confronta con un sistema istituzionale rigido e disegnato su un modello di democrazia rappresentativa, in cui si elegge un rappresentante e gli si delega tutto.  

Eppure, i cittadini fuori dalle istituzione sono tanto importanti quanto coloro che stanno dentro le istituzioni, che si scontrano tra loro, prescindendo dalle regole che ne formulano i ruoli e gli equilibri.

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