Il quartiere più antico e suggestivo di Sutera, durante il periodo natalizio, si trasforma in presepe vivente, dando vita alla magia del Natale. Ma Sutera è un sito turistico interessante per tanto altro ancora…
a cura della Redazione
Case disabitate che si perdono in un rivolo di stradine lastricate, illuminate da fioche torce e falò. E’ così che il Rabato, il quartiere più antico e suggestivo di Sutera, durante il periodo natalizio, si trasforma in presepe vivente.
Così, l’evento più atteso dell’anno riveste particolare rilevanza nell’ambito dell’intrattenimento e dell’ospitalità turistica del paese, assurgendo a centro di forte richiamo turistico per tutta la Sicilia. La nascita di Gesù si rinnova in una suggestiva atmosfera in cui rivive tutto quello che i la nostra mente riesce a sgominare dall’antica memoria.
Li panarari, li viddani, li pastura, li conzapiatta, li tessitrici animano l’intero percorso. Gli antichi sapori dei piatti tipici locali, ciciri, pani cunzatu, minestra di maccu, guastedda attraggono i visitatori, prendendoli per la gola.
Se è vero, comunque, che a Natale Sutera assume un fascino tutto particolare e attrae turisti da ogni dove, non possiamo certo dire che il turismo rimanga circoscritto al periodo natalizio soltanto.
Sutera fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia. Il centro urbano, di impianto medievale, è costituito da i tre quartieri Rabato, Rabatello e Giardinello e si snoda attorno alla montagna di S. Paolino. Il quartiere arabo del Rabato è caratterizzato da antiche case di gesso, quasi una sull’altra, che si insinuano tra strette viuzze, cortili o ripide scalinate acciottolate.
Suggestive anche le chiesine, come la chiesa madre di Maria SS. Dell’Assunta o la chiesa di Maria del Carmelo o quelle di Sant’Agata e di San Giovanni Battista.
Oltre il presepe vivente…
Veramente bello da visitare è il Santuario di S. Paolino (ubicato sulla vetta di monte S. Paolino) raggiungibile a piedi tramite una scalinata. Nella navata destra del santuario sono custodite due raffinate urne in oro e argento che custodiscono le reliquie dei santi compatroni Paolino, Onofrio e Archileone.
Una visita interessante potrebbe essere rappresentata dal museo Etnoantropologico, ubicato al piano terra del restaurato ex convento dei frati carmelitani.
Se vogliamo spostare la nostra attenzione sul turismo naturalistico, una visita merita la Montagna di San Paolino. Si tratta di una grande roccia monolitica gessosa sulla cui vetta vi è il santuario omonimo di cui parlavamo. La montagna è avvolta da una fitta pineta e da anni è diventata parco.
Ma anche San Marco è un luogo naturale da visitare. San Marco è collina gessosa, tipica roccia locale, caratterizzata da guglie, anfratti naturali e vegetazione spontanea tipica del luogo.