Voglia di cinema! I consigli di Massimo Arciresi
The Big Sick (id., USA, 2017) di Michael Showalter con Kumail Nanjiani, Zoe Kazan, Holly Hunter, Ray Romano
L’autoironico comico d’origine pakistana Nanjiani ha scritto con la moglie Emily V. Gordon un copione sul loro incontro e l’infezione che colpì lei. Ne esce un’aggraziata commedia irrorata d’umanissimo dramma, dove l’attore si mette in gioco in prima persona, con il suo nome (altrove parrebbe egocentrismo), affidando alla bellezza anticonvenzionale (ma indiscutibile) della nipote d’arte Kazan il compito d’incarnare la futura consorte. Tassista e cabarettista a Chicago, Kumail subisce le tradizioni familiari, secondo cui deve sposare una compatriota; gliene propongono parecchie, però s’innamora di un’intraprendente spettatrice americana. Impossibile presentarla ai suoi. La già claudicante storia è interrotta da un coma indotto, che introduce i “fratturati” genitori della ragazza (Hunter e Romano, bravissimi).
I’m – Infinita come lo spazio (Italia/Germania/Polonia, 2017) di Anne Riitta Ciccone con Mathilde Bundschuh, Barbora Bobulova, Guglielmo Scilla, Julia Jentsch
Soliti malesseri adolescenziali (dal risvolto tragico)? Senz’altro, con contorno di bullismo (subito dall’anticonformista Jessica, capelli viola e talento per il disegno), incomprensioni familiari e solitudine quasi orgogliosa. Però quel che ci mette la regista italo-finlandese, alla sua prova migliore, è una passionale cura nella messinscena (filtrata dallo sguardo della ragazza). Ogni inquadratura è una composizione acidamente favolistica esaltata da costumi, scenografie e fotografia a tratti squillante di Pasquale Mari. Perfino il livello recitativo non è un optional, con menzione per la reietta Bobulova.
Voglia di cinema! La frase della settimana
«Le leggi sono fatte per i pigri. Tutti gli altri vi passano piacevolmente sopra, o sotto.» L’opinabile filosofia del misterioso Umberto Orsini elargita al preoccupato Marco Foschi in una delle tante storie (nelle storie) raccontate al protagonista Nahuel Pérez Biscayart, ufficiale settecentesco in travagliato viaggio verso Napoli, dai numerosi, bizzarri e talvolta evanescenti personaggi in cui si imbatte nell’encomiabile esempio di fantasy nostrano Agadah (Italia, 2017) di Alberto Rondalli.