Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

“Ti chiami il Capo, o Cefalù, e dalla riva paradisiaca ti protendi bramoso entro il mare infinito”.

di Redazione

 

 

Prendiamo in prestito questi semplici versi di Luigi I di Baviera, che fanno da didascalia al dipinto di Karl Rottmann, conservato presso il Wallraf-Richartz Museum di Colonia,  e che descrivono lo splendido scenario in cui sorge Cefalù, per tentare di raccontare anche noi la  bellezza di questa cittadina

 

Di Giusi Serravalle

 

Adagiato ai piedi di uno splendido promontorio roccioso, Cefalù è uno dei 15 comuni del caratteristico Parco delle Madonie. Dista 45 minuti da Palermo nel centro-nord della Sicilia ed è facile da raggiungere.

Inserita nel club de ‘I borghi più belli d’Italia’, un’associazione di piccoli centri italiani che si distinguono oltre che per bellezze naturali, anche per grande interesse storico e culturale, Cefalù offre una natura rigogliosa e particolare, fatta di un paesaggio unico e attraente.

Nonostante le sue dimensioni, ogni anno Cefalù accoglie milioni di turisti provenienti non solo dalla Sicilia, ma anche da gran parte dell’Europa, arrivando, nel periodo estivo, grazie alle splendide calette e alle rinomatissime spiagge a triplicare la sua popolazione, rendendo gioiosamente affollate le principali piazze e le strade più importanti e centrali della cittadina.

La via principale, corso Ruggero, taglia in due la città, offrendo ai turisti la possibilità di immergersi in due differenti quartieri: da una parte il centro storico, dove si respirano le origini medievali grazie ad un dedalo di viuzze pavimentate con ciottoli della spiaggia e calcare della Rocca, mentre dall’altra, un quartiere dalla conformazione viaria più regolare rispetto alla precedente.

Ed è proprio nel cuore del centro storico che s’innalza in tutta la sua maestosità la Cattedrale voluta da Ruggero II che, come vuole la leggenda, trovandosi sorpreso in mare da una terribile tempesta, promise che, se fosse riuscito a restare in vita, avrebbe innalzato un tempio.

Trovò la salvezza proprio sulla spiaggia di Cefalù e il 7 giugno del 1131 diede inizio alla costruzione della sontuosa Basilica, destinata a diventare uno dei monumenti più belli ed emblematici dell’Isola.

Ma una cittadina dove si sono succedute dominazioni romane, bizantine, arabe e normanne può non essersi arricchita di monumenti, chiese, monasteri e cappelle? Certamente degne di essere ammirate sono il Castello della Rocca, il Castello Ortolani, il Castello  di Bordonaro e la chiesa del Purgatorio, ma un accenno in più lo merita il Lavatoio Medievale,  che si trova alla foce del ruscello Cefalino che scorre sotto le abitazioni del paese, dove nelle vasche scavate nella roccia viva, fino a pochi decenni fa, le donne cefaludesi si recavano a lavare i panni.

Cefalù è arricchita pure di uno splendido museo: il museo della Mandralisca, che porta il nome del barone Enrico Piraino di Mandralisca e che raccolse nella sua breve ma intensa vita numerosi oggetti d’arte. Dopo la sua morte tutto questo patrimonio venne donato alla città, con la richiesta, da parte del Barone, di costituire una Fondazione che rendesse possibile la visione a tutti degli oggetti e delle opere che egli aveva raccolto in tanti anni di appassionata ricerca e amore per la cultura.

Purtroppo, oggi, a causa dei tagli, questo splendido patrimonio rischia di perdersi. Il museo, infatti, nonostante le lotte condotte dall’Amministrazione comunale e dai cittadini, ha rischiato e continua a rischiare la chiusura.

Tra le opere più belle conservate al Mandralisca, abbiamo Il ‘Ritratto d’Ignoto’ di Antonello da Messina, e il Barone Enrico Pirajno di Mandralisca. Due opere che ritroviamo pure al centro de ‘Il sorriso dell’ignoto marinaio’, l’opera letteraria, che portò al successo lo scrittore Vincenzo Consolo, che tanto lustro diede alla cultura italiana e che tanto amò Cefalù.

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