Chi era Topazia Alliata? Nobildonna anticonformista, artista, sostenitrice della cultura, imprenditrice, fedele fino alla fine a quel suo spirito di libertà che le faceva rifiutare qualsiasi condizionamento della società siciliana. A Palermo una mostra di sue opere
di Clara Di Palermo
Si conclude in questi giorni la mostra di Topazia Alliata, donna dalle straordinarie qualità di artista, imprenditrice illuminata, esponente di una famiglia la cui storia è indissolubilmente legata a quella della Sicilia.
Una donna bella, estremamente forte e sempre “avanti” rispetto ai tempi che viveva, anticonformista quanto bastava per non essere ingabbiata in schemi e modelli, che non amava ostentare quello che significava l’appartenenza a una nobile famiglia.
Amava dipingere, a dispetto di una tradizione pittorica che, da sempre, ha riconosciuto all’uomo il diritto di studiare arte, quasi in maniera esclusiva.
Racconta sua figlia, Dacia Maraini: “quando mia madre era ragazza e studiava disegno a Palermo, nell’ora di studio del nudo, veniva sbattuta fuori dalla classe assieme all’unica altra compagna che studiava arte, come lei. Era una cosa considerata per soli uomini e questo la faceva ridere. In realtà avrebbe dovuto farla piangere. Ma Topazia era di temperamento allegro, e non si faceva scoraggiare da niente”.
Quest’ultima affermazione sintetizza perfettamente il carattere della nobildonna, poco incline a rispettare i condizionamenti dell’epoca, a sottostare a comportamenti bigotti che volevano la donna relegata a un ruolo di subalternità.
Nata a Palermo nel 1913, Topazia Alliata di Salaparuta, ebbe in suo padre (Enrico di Salaparuta) un complice e sostenitore della sua voglia di libertà, che le concesse di prendere la patente (fu una delle prime donne in tutta la Sicilia) e di dedicarsi alle sue passioni.
Sposò Fosco Maraini nel 1935, dal matrimonio nacquero tre figlie, la primogenita Dacia, poi Luisa e Antonella. Alla morte del padre Enrico si trovò a dirigere l’azienda vinicola di famiglia, la Corvo di Salaparuta, un vanto dell’imprenditoria siciliana, che però negli anni ’50 fu venduta (o forse sarebbe più corretto dire svenduta) alla Regione Sicilia.
Topazia vede naufragare il suo matrimonio con Fosco Maraini , la famiglia si smembra, le figlie si dividono, chi resta con la madre chi col padre. La donna frequenta numerosi intellettuali siciliani, ma è a Roma che aprirà una sua galleria d’arte, a Trastevere, galleria che diventerà il centro della sua attività, rivitalizzando il suo mai sopito amore per l’arte.
Sosterrà numerosi artisti e il suo amore per la cultura si perpetua nella figlia Dacia Maraini, che la ricorda in quell’azzurro chiaro degli occhi.
Ci sarebbe piaciuto conoscerla personalmente, ma abbiamo dovuto accontentarci di scoprirla attraverso le sue opere raccolte nella mostra di Palazzo Sant’Elia a Palermo e attraverso i racconti e le testimonianze di chi la conobbe.
Forte e singolare fino alla fine, sopraggiunta nel novembre del 2015, quando aveva 102 anni.