Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Tra sogno, mito e realtà. La Grecia onirica

I modelli tradizionali del sogno che si affermano nella Grecia arcaica, in un’analisi volta ai significati dati nella Grecia onirica...

di Redazione

I modelli tradizionali del sogno che si affermano nella Grecia arcaica, in un’analisi volta ai significati dati nella Grecia onirica

 

dall’archivio de  L’InchiestaSicilia numero 88 – Ottobre 2003

Il fenomeno onirico ha sempre popolato l’immaginario collettivo della Grecia arcaica e classica. In questo breve excursus dell’effimero, il nostro intento sarebbe quello di fissare il punto di riferimento costante dei modelli tradizionali del sogno che si affermarono nella Grecia arcaica. Nessuna analisi fine a se stessa, ma semplice tentativo di circoscrivere i significati che si riconoscevano all’esperienza onirica attraverso il paragone con altre esperienze della sfera umana (quali la follia, la vecchiaia, l’impotenza) relativamente ad alcuni saggi della Grecia del tempo, accomunati, appunto, da questo fenomeno.
In quel periodo, al sogno era attribuita una certa importanza almeno nell’ambito dell’esperienza personale. Sicuramente più modesto era il ruolo e il significato del sogno in ambito sociale e istituzionale, dove invece si affermarono altri tipi di divinazione.
Una letteratura specifica sul sogno si affermò in Grecia a partire dal V secolo A.C., ma anche illustri pensatori come Pitagora o Eraclito vi dedicarono le loro riflessioni e interpretazioni. Proprio per questo motivo, l’indagine potrebbe risultare apparentemente frammentaria, ma forse così più stimolante nell’insieme.

Iniziamo, pertanto, questa galleria onirica dalla figura di Filocleone. Fin dall’inizio, il comportamento di Filocleone è paragonato a una strana malattia, il vecchio è letteralmente impazzito, secondo l’immaginario collettivo, per la sua mania dei tribunali. Così, quando il figlio decide di affidarne la custodia forzata ai servi, lui escogita ogni stratagemma per fuggire, cominciando a praticare tecniche tipiche del sogno.
Trova il sistema di uscire da qualsiasi fessura, dai canali di scolo, persino dai fori  e dalle crepe, finché decide di evocare persino il grande Zeus, pregandolo di trasformarlo in fumo. Le azioni si susseguono in trovate tragi-comiche volte all’auto liberazione del vecchio. Ma, al di là dell’aspetto parodiato, i vari tentativi di Filocleone presentano tutti un elemento in comune: possono realizzarsi solo extrasfera corporea. Sembra, infatti, che il protagonista non accetti la sua condizione umana, reale, fisica; nei suoi vari tentativi di evasione passano in rassegna fori, fessure, crepe fino a diventare fumo per uscire dal camino.

Ricordiamo, inoltre, che la figura del vecchio appare come eterea, libera dal peso corporeo. Nella metamorfosi del fumo si realizza l’evanescenza del protagonista, quella stessa inconsistenza tipica del sogno e del divino insieme.
Quanto evidenziato fin qui, denota le varie affinità e similitudini tra l’agire di Filocleone e l’attività del sogno stesso . queste affinità prendono comunque spunto da una condizione reale: Filocleone è un vecchio folle, la cui mente vola per la sua mania delle cause e dei tribunali. La rappresentazione del vecchio, in Grecia, è tradizionalmente caratterizzata dalla debolezza, che toglie man mano vigore e forza alla persona fino a ridurla impotente, ombra di sé. Comprensibile è, quindi, l’assimilazione di questa figura a quella del sogno o del divinatorio. Così, avendo assimilato le due entità vecchio-sogno, finiamo per dedurne che l’uno ha assunto le sembianze e le caratteristiche dell’altro.

In più, il modesto protagonista della commedia si carica di nuove connotazioni che gli conferiscono una nuova identità, potenziandone le capacità extra terrene.

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