Le domande arrivate sono state oltre diecimila. Tanto da indurre il dipartimento del Turismo a concedere alle aziende due mesi in più rispetto al termine di scadenza precedentemente indicato. Il successo è evidente: con l’istituzione del Codice identificativo regionale (Cir), pensato per garantire un’offerta turistica trasparente e contrastare forme irregolari di ospitalità. si è scoperto un sommerso di gran lunga superiore alle attese. Le strutture ricettive che vogliono farne richiesta, ed esporlo accanto alla propria denominazione, hanno tempo fino a fine anno. Nel frattempo saranno implementate le funzionalità di Turist@t, la piattaforma con la quale si presentano le istanze.
Un sommerso superiore alle attese
Un’operazione che, con le nuove istanze, sta facendo emergere un sommerso di gran lunga superiore alle attese. Ma tante sono anche le strutture ricettive già classificate e presenti sulla piattaforma “Turist@t” che, seppur inadempienti rispetto all’obbligo di comunicazione giornaliera dei dati sul movimento turistico ai fini Istat, hanno inoltrato richiesta di accreditamento.
Piattaforma Turist@t
Questa proroga permetterà, inoltre, di implementare le funzionalità della piattaforma Turist@t rendendola più funzionale alla mole di informazioni e più aderente alle necessità delle strutture ricettive: ad esempio, si darà la possibilità a chi gestisce più appartamenti per affitti brevi di poter accedere con un unico account, mentre al momento ne serviva uno per ogni struttura.
L’obiettivo del Cir
Il Cir, istituito lo scorso luglio, nasce con l’obiettivo di garantire un’offerta turistica trasparente, contrastare forme irregolari di ospitalità e tutelare chi fa turismo in modo onesto e seguendo le regole. Devono farne richiesta tutte le strutture ricettive compresi agriturismo, alberghi diffusi, condhotel, marina resort, alloggi per uso turistico in affitto per brevi periodi (inferiori a 30 giorni) e case vacanza. Il Cir deve essere ben visibile accanto alla denominazione della struttura negli annunci, nelle pubblicità e nelle piattaforme anche se ospitate in serve all’esterno dell’Unione europea.
La proroga garantirà, nel frattempo, la continuità delle attività alle strutture ricettive ancora non regolarizzate che altrimenti sarebbero dovute uscire dalle piattaforme web di prenotazione degli alloggi.