Voglia di cinema! I consigli di Massimo Arciresi
Un appuntamento per la sposa (Laavor et hakir, Israele, 2016) di Rama Burshtein con Noa Koler, Oz Zehavi, Amos Tamam, Oded Leopold
Lo ammettiamo, il sensatissimo, coerente finale del film della Burshtein (La sposa promessa, sfondo simile, tono opposto) si trascina un po’. Tuttavia la regista, nel raccontare la caparbietà con cui Michal (Noa Koler: senza la sua convincente inquietudine il risultato non sarebbe lo stesso!), abbandonata dal fidanzato poche settimane prima delle nozze, decide di non disdire né data né inviti né trasloco, fiduciosa in un nuovo incontro, parla di fede (declinata secondo la religione ebraica), non prova a riprodurre – o a scimmiottare – una rom-com americana. I potenziali mariti, studiosi della Torah, sono sciorinati dalla trama senza seguire uno schema precompilato, e l’arrivo del divo musicale (Oz Zehavi) spariglia le carte, certo, ma non compromette, come ci si potrebbe attendere, la qualità dei contenuti.
Sognare è vivere (Sipour el ahava va’khoshekh/A Tale of Love and Darkness, Israele/USA, 2015) di Natalie Portman con Natalie Portman, Gilad Kahana, Amir Tessler, Makram J. Khoury
Portman esordisce coraggiosamente inscenando la biografia dello scrittore Amos Oz (impersonato in età matura da Alex Peleg – doppiato, in originale, da Moni Moshonov – ma è l’alacre adolescente Tessler a riempire lo schermo). Gli anni del dopoguerra e la proclamazione, nel 1948, dello stato d’Israele (con i successivi inasprimenti degli scontri con i palestinesi): la neo-autrice ci illustra convivenze dai fragili equilibri, tensioni private, clima d’insicurezza tramite l’umore incupito della madre del futuro letterato (la stessa regista), visioni oniriche e la plumbea fotografia del navigato Sławomir Idziak.
Voglia di cinema! La frase della settimana
«Papà è entrato nel partito per continuare gli studi, essere ammesso all’università» Il distaccato dottore Mimi Branescu prende parte a un’accesa conversazione fra parenti sul regime comunista che afflisse la sua nazione durante una tradizionale (e turbolenta) riunione commemorativa familiare nel corposo affresco sociale Sieranevada (id., Romania/Francia/Bosnia-Erzegovina/Croazia/Macedonia, 2016) di Cristi Puiu.