Una task force online in difesa del liceo classico. Un sito fornisce informazioni e proposte utili per rilanciare il liceo classico. In 15.000 fra studenti e docenti “scendono in campo” chiedendo alle istituzioni di non sminuire lo studio di latino e greco.
di Joey Borruso
“Prepara alle professioni del futuro” (Umberto Eco), “Insegna a ragionare e a resistere” (Luciano Canfora): queste due opinioni illustri sul liceo classico. E la pensano così anche i 15.000 studenti e docenti che fanno parte della task force in difesa di questo indirizzo di studi.
Sul sito http://taskforceperilclassico.it è possibile trovare informazioni utili sul liceo classico e una lettera di appello alle istituzioni per rilanciarlo. “Per salvare e rilanciare il Ginnasio-Liceo classico in Italia – si legge -, tutto bisogna fare fuorché snaturarlo, come vorrebbero alcuni, annacquando o sminuendo quella ‘prova chiarissima e semplice’ (Paola Mastrocola), nel suo funzionamento e per la sua oggettività, che è la traduzione dal greco o dal latino.
Il calo delle iscrizioni registrato negli anni passati non deriva da una scarsa attrattiva delle discipline che vi si insegnano, né da una arretratezza delle metodologie utilizzate, che sono anzi in continua evoluzione e lontane da un grammaticalismo fine a sé stesso, ma principalmente dal fatto che ormai gli studenti non sono più messi in grado di sceglierlo consapevolmente e liberamente: dal ciclo scolastico precedente (le “medie”) è stata infatti eliminata la storia antica, e con essa l’ultima disciplina ancora riferibile al mondo classico. Soprattutto questa cancellazione – incomprensibile in un Paese con il maggior numero al mondo di siti considerati “patrimonio dell’umanità” – sta soffocando gli studi classici, rendendoli, come accadeva una volta, socialmente elitari e discriminanti. Gli unici a poterli scegliere sono infatti ormai quasi soltanto coloro che li intraprendono per tradizione o indicazione familiare. Nostra opinione – conclude la missiva – è invece che proprio la centralità dello studio delle lingue e delle culture classiche in uno o più indirizzi di studi superiori, coniugata con una salda preparazione in ambito scientifico, costituisca una “eccellenza” da preservare che rende un “unicum” il nostro Paese nell’intero contesto mondiale”.
E su questo argomento abbiamo chiesto il parere di un docente del liceo classico Garibaldi di Palermo: “L’insegnamento della storia dell’arte dopo la riforma Gelmini è stato depauperato di ore, mentre andrebbe potenziato e avviato già al ginnasio visti i collegamenti da fare con l’italiano”, afferma il professore di storia dell’arte Ignazio Ciappa.