Zootecnia, Scavino (Cia): “Proponiamo creazione di una filiera italiana per fornire maggiori garanzie al consumatore e fare recuperare reddività alle aziende”
“Stiamo facendo un grande lavoro sulla produzione di animali nati e allevati in Italia. Un territorio come quello della Sicilia si presta in modo perfetto all’allevamento brado, semi brado e alla produzione di bovini da dare all’ingrasso. Noi abbiamo la dipendenza dall’estero che è esagerata poiché importiamo 8 milioni di animali l’anno, in particolare dalla Francia ma anche dai paesi dell’est Europa come la Polonia. Quindi produrre trecentomila vitelli autoctoni di produzione nazionale da ingrassare sul posto è un obiettivo raggiungibile. Certo, ci vogliono politiche di accompagnamento. Noi facciamo la parte degli imprenditori ma se il progetto diventa di interesse nazionale e territoriale e se la politica ci dà una mano è più facile raggiungere l’obiettivo. Da parte nostra abbiamo presentato un progetto di filiera al Ministero per l’avvio di questo percorso finalizzato alla produzione del vitello italiano da carne. Siamo in attesa che i bandi si aprano per potere presentare un progetto che prevede anche un intervento sulle strutture che valorizzi il lavoro di tutti i produttori agricoli della filiera, cosa che accade sempre più raramente”.
Lo ha detto Dino Scanavino, presidente nazionale Cia Agricoltori italiani a margine della tavola rotonda “Aree interne zootecnia e sviluppo possibile: la filiera italiana”, organizzata dalla Cia che si è svolta ieri presso l’aula Giovanni Paolo II – Piazzale Abbazia ad Agira (En).
“L’economia delle aree interne e montane – dichiara Rosa Giovanna Castagna, presidente regionale Cia Sicilia – si basa prevalentemente sul comparto agrozootecnico. Con il Convegno, la Cia ha voluto porre l’attenzione sulle problematiche irrisolte del settore e porre soprattutto l’attenzione sulla proposta di creazione di una filiera italiana della zootecnia da carne – ma anche di altri comparti – capace di fornire maggiori garanzie al consumatore e capace di garantire contestualmente una più dignitosa redditività alle aziende; ciò consentirebbe anche di continuare a presidiare territori ad alto rischio di spopolamento. Porremo anche l’accento – conclude Castagna – sull’ormai insostenibile situazione dell’AGea e sull’imbarazzante “silenzio” del Ministero delle Politiche agricole di fronte al non funzionamento di un ente che sembra aver dimenticato quale sia la propria funzione”. Alla Tavola rotonda presieduta da Rosa Giovanna Castagna, presidente regionale Cia Sicilia, sono intervenuti, tra gli altri, Maria Greco – Sindaco di Agira, Giovanni Trovati – Presidente Provinciale Cia Enna, Graziano Scardino – Responsabile regionale Centro Assistenza Agricola Cia, Giuseppe Nasello – dirigente ispettorato agricoltura di Enna.