Quando osservi le sue immagini, ti sembra di subire una sorta di trasposizione dalla realtà in cui ti trovi alla realtà raffigurata nei suoi quadri. Il dubbio che le opere di Maria Lo Cascio non siano immagini reali fotografate, ma dipinti a olio su tela, sorge comunque
La Redazione
Una tecnica così perfetta e minuziosa da riuscire a evocare in un’opera la nitidezza di un’immagine fotografica. Basta avvicinarsi a un quadro, osservarlo nelle sue minuzie: sembra una foto, ma in realtà, si tratta di una creazione uscita dalle mani di un artista virtuoso che l’ha realizzata con tempera e pennelli.
Questo è l’iperrealismo: un genere di pittura basato sulla riproduzione di un soggetto fotografico, ed è considerato un avanzamento del fotorealismo. Ogni particolare è curato con dovizia e appare talmente reale da coinvolgerti e trascinarti dentro di sé.
I quadri di Maria Lo Cascio hanno proprio questo straordinario potere. Quando osservi le sue immagini, ti sembra di subire una sorta di trasposizione dalla realtà in cui ti trovi alla realtà raffigurata nei suoi quadri. Il dubbio che non si tratti di immagini reali fotografate, ma di dipinti a olio su tela, sorge comunque. La pittrice palermitana ama dipingere tutto ciò che cattura la sua attenzione. I suoi soggetti possono essere persone o animali colti in una gestualità naturale o oggetti comuni, case, villaggi, paesaggi urbani, scene bucoliche, nature morte. Qualunque siano, infondono nell’osservatore una certa inquietudine esistenziale. Anche i colori variano, nel loro fedele realismo, seguendo i colori reali del contesto che dipinge.
Il taglio pittorico della pittrice è quello di cogliere e riproporre la realtà così come l’ avverte e la percepisce, senza mediazione di alcun filtro interpretativo. Le sue opere sono il frutto di tante ore di minuzioso lavoro. L’evoluzione artistica seguita negli anni l’ha portata a un livello, oggi, che rasenta quasi la perfezione. Eppure, Maria scopre questo suo straordinario virtuosismo in tarda età, anche se ha sempre saputo di avere talento e passione verso la pittura. “Ho sempre amato dipingere – ci racconta l’artista -, ma non ho mai potuto permettermi di dedicarmi alla pittura, tanto meno di studiarla. Le condizioni economiche della mia famiglia di origine erano modeste e questo mi ha costretta a lavorare in giovane età. Poi ho creato una mia famiglia e la possibilità di dedicarmi alla pittura si è ridotta ulteriormente”. All’età di 53 anni, arriva il momento per Maria. Si ritaglia i propri spazi e comincia a frequentare un corso di pittura. Da lì, i primi quadri, le prime esposizioni, le prime soddisfazioni e i primi successi. “In meno di 10 anni – dice l’artista – ho realizzato il sogno di una vita. Mi sono sentita subito attratta da questo genere pittorico. Attraverso i miei quadri, cerco di fare conoscere al mio pubblico uno spaccato di storia, come gli antichi mestieri, vecchi casali di campagna, antiche scene bucoliche. Quasi tutto ciò che stride con la realtà odierna”.
Uno dei suoi pittori preferiti è Francesco lo Jacono. “Amo i suoi quadri – dice la pittrice -, i suoi colori, i suoi giochi di luce”. Come il grande artista palermitano dell’Ottocento siciliano, Maria ha osato proporsi oltre confine. Numerose le sue esposizioni in Italia e all’estero. Possiamo dire che abbia portato la sua arte un po’ in tutto il mondo. E’ stata a Bruxelles, ad Amsterdam, ha partecipato al premio ‘Vangog’, al premio ‘Tour Eiffel’ a Parigi, Montecarlo. Ha partecipato, inoltre, al premio cavalieri di Malta, Valletta – Malta. Le sue ultime esposizioni, presso la collettiva, sotto la direzione artistica di Anita Sorano. Presto sarà alla Biennale di Parigi.