Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro tra le sigle sindacali e la Pfizer Catania, che si è svolto nella sede di Confindustria per la procedura di licenziamento collettivo di 130 unità che operano all’interno dello stabilimento etneo. Le distanze tra l’azienda e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, rimangono siderali.
A maggior ragione dopo l’intervento aziendale di ieri che, attraverso il responsabile delle risorse umane, Carmelo Fornito, presente alla riunione, ha avanzato la possibilità di un ricollocamento nel sito di Ascoli Piceno (dove si produrrà la pillola anti Covid-19) per soli 50 lavoratori, tra le figure in esubero, su base volontaria con l’erogazione di un incentivo una tantum per il trasferimento. Il resto saranno licenziati, andando ulteriormente ad incrementare il gruppo dei dipendenti in uscita dalla Pfizer Catania già folto dopo la mancata conferma (50 a fine febbraio e 30 ad agosto) dei lavoratori con contratto interinale.
“E’ una richiesta sicuramente irricevibile, aggravata dal fatto che l’eventuale adesione all’offerta deve giungere all’azienda entro pochi giorni – tuonano i segretari territoriali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Carmelo De Caudo, Maurizio Attanasio, Enza Meli e Giovanni Musumeci, insieme ai segretari provinciali Jerry Magno di Filctem Cgil, Giuseppe Coco di Femca Cisl, Alfio Avellino di Uiltec Uil e Carmelo Giuffrida di Ugl Chimici, presenti al vertice con i rappresentanti sindacali unitari, mentre circa 200 colleghi hanno inscenato un sit-in sotto la sede dell’associazione datoriale. Dopo due anni di silenzio, nonostante le nostre richieste di dialogo, se questo è l’approccio che Pfizer intende mantenere nei confronti delle sigle sindacali rappresentanti dei lavoratori non ci siamo proprio. Questa manovra, appare essere soltanto la prima sfoltita di una lunga serie che si vuole inaugurare ora per lo stabilimento di Catania, visto e considerato che non esiste un piano di ristrutturazione o di consolidamento e gli investimenti annunciati fanno presagire ben altro rispetto ad una volontà di mantenere aperto questo punto produttivo. Non è più quindi soltanto un problema di 130 posti di lavoro, ma dei livelli occupazionali dell’intero stabilimento che vedono in ballo oltre 660 lavoratori”.
“E’ assurdo che la Pfizer da due anni, ogni giorno che passa, accumula utili che ammontano a miliardi di dollari e non ha neanche una bozza di piano industriale per delineare il futuro del sito radicato da decenni nella nostra Zona industriale – aggiungono De Caudo, Attanasio, Meli, Musumeci, Magno, Coco, Avellino e Giuffrida con le R. S. U. -. Vogliamo invece che la realtà di Catania, che ha sempre dato tanto in termini di produzione, sia rilanciata per bene e che se davvero c’è necessità di rivedere l’assetto del personale tramite la soluzione Ascoli, questa deve essere rivolta a tutti i dipendenti e non solo ad una parte di essi.”
Posizione che è stata ribadita dalle organizzazioni sindacali anche nel corso dell’audizione in videoconferenza con i deputati della III Commissione dell’Assemblea regionale siciliana, che si è tenuta in tarda mattinata ed appositamente convocata dal presidente Orazio Ragusa per esaminare la vertenza.
Intanto il tavolo aperto in Confindustria è stato aggiornato al prossimo 25 febbraio, mentre si attende adesso l’incontro previsto in Prefettura per venerdì 18 con il prefetto Maria Carmela Librizzi e l’Assessore regionale del lavoro Antonio Scavone.”