Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Vi sveliamo i segreti della pasta trafilata al bronzo

Da anni vengono pubblicizzati prodotti con la dicitura “pasta trafilata al bronzo”. Ma cosa c'è dietro?

di Redazione

Dubbi sulla pasta trafilata al bronzo? È davvero trafilata al bronzo? E cosa vuol dire? La nostra redazione è stata contatta da un uomo che ha lavorato, e lavora, nel settore alimentare da molti anni, con esperienza nei piccoli pastifici artigianali e anche in quelli di grande produzione. Ci ha detto di esser certo che il consumatore è spesso inconsapevole di ciò che realmente sta acquistando.
“Sono stanco di vedere i consumatori presi in giro su quello che viene commercializzato nei supermercati” – ci dice Pietro (non è il suo vero nome, ma dobbiamo tutelare la sua identità) .
“Pochissime persone conoscono il lato oscuro della pasta ma adesso è giusto che le cose si sappiano. Ormai da anni vengono pubblicizzati prodotti con la dicitura “pasta trafilata al bronzo” o cose de genere. Più che altro è diventato un brand – continua Pietro – e tutti pensano che sia un metodo di qualità legato alla tradizione e che la pasta sia più buona. Questo è soltanto un dei più grandi inganni nel settore alimentare e la verità starebbe davanti ai nostri occhi se non ci avessero talmente bombardato con il marketing che non mettiamo più in discussione concetti anche basilari”.

Cosa ci vuole dire?
“Vi siete mai chiesti perché in qualsiasi settore alimentare viene usato l’acciaio inox? Perché usiamo posate in acciaio, perché utilizziamo stoviglie in acciaio e tutti gli strumenti industriali sono in acciaio inox mentre, “stranamente”, nella pasta ci viene presentato un metallo che di sicuro, per il contatto alimentare, ha ben poco? Nei pastifici stessi tutti gli impianti vengono fatti in acciaio inox, solo le trafile sono rimaste in ai tempi dei romani”.
Suppongo che si riferisca alle trafile in bronzo. Ci spiega?
“La cosa sconcertante è che nessuno hai mai vista una vera trafila in “bronzo” e nessuno sa esattamente cosa vuol dire. Ve la spiego brevemente.
Prima bugia: le trafile non sono fatte di bronzo puro, ma da una lega di rame e alluminio chiamato BRAL. È una lega particolare che non contiene stagno, bensì alluminio, nickel e ferro. Quindi la dicitura reale dovrebbe essere trafilata al BRAL e non BRONZO”.

Ancora bugie

“Seconda bugia: Non è il materiale che dà qualità alla pasta. Innanzitutto diciamo che non è il metallo che rende la pasta più o meno rugosa ma è, appunto, solo una questione di finitura del materiale stesso che dipende dalla lavorazione. Un utensile qualsiasi può essere liscio o ruvido ma fatto sempre dello stesso materiale; se viene lavorato con una fresa o con un scalpello il risultato è ben diverso.
Terza menzogna: Chi decide se un materiale è idoneo al contatto con gli alimenti ? In Italia c’è una legge da tantissimi anni che è il Decreto ministeriale del 21/03/1973. Questo decreto è stato poi revisionato più volte negli anni, ma già dal ’73 sui materiali che potevano stare a contatto dei cibi era molto chiara. C’è una lista con numerosi materiali, metallici e non, che può essere usata per gli alimenti a determinate condizioni. E indovinate un po’? Nella lista non è mai comparso alcun materiale a base di rame (come è il bronzo)”.
Ma quindi non si possono usare?
“Qualcuno hai mai visto una trafila in bronzo nuova e una usata? Noi del settore ne vediamo tutti i giorni e fino ad oggi queste informazioni o immagini non potevano essere divulgate, per ovvie ragioni. Negli ultimi anni, però, da quando sono nati i fenomeni social ed è stato creato il brand “pasta trafilata al bronzo” le cose sono cambiate. Piccoli produttori, con i titolari molto giovani, pubblicano tranquillamente e senza riflettere il loro lavoro con le trafile in bronzo senza rendersi conto di quello che fanno”.

Trafile molto sfruttate

“Spesso si può vedere, dalle immagini che vengono pubblicate, che le trafile non sono nuove ma usate e la tendenza è proprio quella di utilizzare tali accessori fino allo sfinimento perché le trafile sono costose e conviene utilizzarle e poi pulirle più volte. Queste trafile diventano scure già dal primo utilizzo a causa dell’umidità e del calore. Con il tempo diventano sempre più scure e deteriorate con fuoriuscite di verderame”.
Quindi non dovrebbe essere usata?
“Oltre tutto, l’usura di tale materiale si vede anche dal coltello che passa per tagliare la pasta. Ci sono delle zone scavate nel “bronzo” dalla lama: secondo voi quel materiale asportato dove va a finire? Sui mercati esteri cercano di utilizzare materiali più resistenti come appunto l’acciaio inox e raramente qualcuno le compra perché costano 3 volte di più di quelle normali”.
Ma non ci sono regolamenti?
“Ci sono dei regolamenti europei e nazionali molto rigidi sul settore alimentare ma non servono a niente le regole se addirittura chi non le rispetta ne fa strumento di marketing. E’ doveroso da parte di noi consumatori chiedersi sempre cosa c’è dietro a quello che noi mangiamo”.


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