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Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Voglia di cinema!

di Massimo Arciresi

 

I consigli del nostro critico Massimo Arciresi

Love and Mercy (Love & Mercy, USA, 2014) di Bill Pohlad con Paul Dano, John Cusack, Elizabeth Banks, Paul Giamatti

Dalla storia di un cantautore con trascorsi depressivi – nella fattispecie il pignolo Brian Wilson dei Beach Boys – può ancora venir fuori un film atipico, nervoso (grazie al montaggio di Dino Jonsäter), disallineato, ossessivo (gran lavoro sul suono), appassionante. A Pohlad, alla sua seconda regia in quasi 25 anni, e agli sceneggiatori Michael Alan Lerner e Oren Moverman, che pure poggiano sul classico parallelismo passato/presente (in questo caso anni ’60/anni ’80), l’impresa è riuscita, e anche bene! Le composizioni febbrili, le discussioni con gli altri membri della band e con i musicisti, le dipendenze contribuiscono a rendere ancor più fragile l’uomo, in età adulta tenuto in scacco da un medico profittatore (Giamatti) e amato dalla dolce Melinda (Banks). Dano e Cusack sfumano magnificamente il ruolo. 

Oppure…                 cinepresa

Desconocido – Resa dei conti (El desconocido, Spagna, 2015) di Dani de la Torre con Luis Tosar, Javier Gutiérrez, Goya Toledo, Elvira Mínguez

D’accordo, per far quadrare dei dettagli e per accettare alcuni sviluppi bisogna sforzarsi. Ma quest’esordio col botto, che narra in tempo reale di un banchiere senza scrupoli con una bomba in macchina (proprio mentre sta accompagnando i suoi figli a scuola) e un misterioso ricattatore sul lastrico al cellulare, si distingue proprio per la tecnica (richiamante tanto cinema americano), per i movimenti di cinepresa (tre i piani-sequenza, uno più bello dell’altro), per la capacità di sposare un drammatico tema sociale a un ritmo adrenalinico. Il navigato Tosar, incollato al volante, è ancora una volta perfetto.

 

Voglia di cinema! La frase della settimana

«Pensi che l’atletica sia dura? Prova il matrimonio!» In vena di confessioni private, il pragmatico coach Larry Snyder (Jason Sudeikis) incoraggia il sorprendente corridore nero Jesse Owens (Stephan James) prima della sua performance più ardua, la partecipazione ai Giochi Olimpici di Berlino del 1936, in pieno regime nazista, nel gradevole (a dispetto della retorica) biopic Race – Il colore della vittoria (Race, Canada/Francia/Germania, 2016) di Stephen Hopkins.

 

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