Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

Voglia di cinema!

di Redazione

Vi consigliamo…

 

di Massimo Arciresi

Monuments Men (id., USA/Germania, 2014) di George Clooney con George Clooney, Matt Damon, Bill Murray, Cate Blanchett

La quinta regia di George Clooney (che finora si è seduto dietro la macchina da presa con precisa quanto casuale cadenza triennale) non è un gioiello di ritmo. Racconta scenari di fine Seconda Guerra Mondiale facendo uso dell’ironia, sebbene quest’ultima spesso non vada a segno. Però ha un pregio: porta alla luce un episodio alquanto onorevole della storia americana, ovvero la costituzione di una pattuglia di (non) soldati esperti d’arte che riuscì a salvare un inestimabile numero di capolavori dipinti e scolpiti dalle grinfie dei nazisti, che quando non li distruggevano li occultavano. Il bel cast, completato da Jean Dujardin, John Goodman, Bob Balaban e Hugh Bonneville, funziona. Si sconfina in un genere di patriottismo che si credeva estinto (del resto, il plot si presta), ma quello è un altro discorso.

 

Oppure…

Sotto una buona stella (Italia, 2014) di Carlo Verdone con Carlo Verdone, Paola Cortellesi, Tea Falco, Lorenzo Richelmy

Federico (Verdone), dopo aver perso l’azienda a causa di una truffa finanziaria ordita dal suo socio, deve anche mettersi in casa i figli ventenni (Falco e Richelmy), poiché non può più pagare loro l’affitto e la sua ex-moglie è deceduta improvvisamente. Con il risultato che anche l’attuale, giovane e viziata compagna lo abbandona. Si prospetta una nuova vita, meno spensierata, più stressante. Per fortuna c’è una simpatica vicina di casa (Cortellesi). Inizia come un dramma, si sviluppa tra varie scene senza il protagonista, che tuttavia continua a caricare troppo la gestualità. Ma la grana in fondo è buona.

 

La frase della settimana

«Gli orfani come me non sono mai vanitosi. Devi avere i genitori per essere vanitoso.» Il ladro Colin Farrell spiega al potenziale e abbiente suocero William Hurt che non mira al suo denaro in Storia d’inverno (Winter’s Tale, USA, 2014) di Akiva Goldsman

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