Vi consigliamo…
di Massimo Arciresi
12 anni schiavo (12 Years a Slave, USA/GB, 2013) di Steve McQueen con Chiwel Ejiofor, Lupita Nyong’o, Michael Fassbender, Paul Giamatti
Di film sull’argomento ne sono stati fatti (e se ne fanno ancora), ma il video-artista inglese Steve McQueen sa come ribadire il concetto senza (s)cadere nella retorica, imprimendo anzi un proprio stile registico. Certo, dopo Hunger e Shame (dai quali proviene il bravissimo e qui crudele Fassbender) è la sua prova meno originale, ma la storia vera del nero di Saratoga Solomon Northup (tratta dalla sua autobiografia), libero e benestante, deportato nel 1841 e strappato alla sua famiglia con l’inganno per essere venduto come schiavo nel razzista Sud, è raccontata pensando alle odierne e resistenti derive di intolleranza, con il protagonista che in più di un passaggio con pazienza ricostruisce (letteralmente) il suo ritorno a una condizione dignitosa (con un imprescindibile aiuto). Ejiofor capeggia un gran cast.
Oppure…
Saving Mr. Banks (id., USA/GB/Australia, 2013) di John Lee Hancock con Tom Hanks, Emma Thompson, Colin Farrell, Paul Giamatti
Le sceneggiatrici Kelly Marcel e Sue Smith, nel raccontare la mitica e travagliata collaborazione (dal 1961 in poi) tra la scrittrice P.L. Travers (una problematica Thompson) e Walt Disney (il mimetico Hanks), che per anni aveva insistito nel chiederle i diritti per adattare il suo Mary Poppins per il grande schermo, sono ricorse forse eccessivamente ai flashback (dominati da un Farrell finalmente in forma). Ciò non guasta comunque il flusso di emozioni sincere che il film è in grado di profondere, parlando tra l’altro di infanzia (anche fuori tempo massimo), di relazioni umane, di segni nell’anima.
La frase della settimana
«È una missione un po’ complicata…», constata il Navy SEAL Ben Foster con il commilitone Taylor Kitsch una volta appresa la consegna (la cattura di un capo talebano sulle montagne dell’Afghanistan) in Lone Survivor (id., USA, 2013) di Peter Berg.