Vi consigliamo…di Massimo Arciresi
Grand Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel,USA/Germania/GB, 2014) di Wes Anderson con Ralph Fiennes, Tony Revolori, Adrien Brody, Willem Dafoe
Un consiglio tenuto in fresco per alcuni mesi in previsione di un periodo di magra come questo. Tanto il colorato, simmetrico, vivace lavoro di Anderson, che sorprendentemente riesce a perfezionare il suo stile di film in film, sta godendo di prosecuzioni, ripescaggi, programmazioni estive, segno che funziona. La trama ricostruisce, attraverso un raffinato gioco concentrico di epoche (dopo un prologo contemporaneo davanti alla statua di uno scrittore, si torna al 1985, quando lo stesso racconta del suo incontro, nel 1968, con il proprietario di un lussuoso albergo, in cui cominciò a lavorare da fattorino nel 1932), un delitto e le tribolazioni vissute da un azzimato concierge. Centinaia di invenzioni e un team di attori pronti a stare al gioco. Oltre ai sopracitati, Norton, Law, Abraham, Schwartzman, Ronan…
Oppure…
Il buono, il brutto, il cattivo (Italia/Spagna/Germania O., 1966) di Sergio Leone con Clint Eastwood, Eli Wallach, Lee Van Cleef, Aldo Giuffrè
Si chiude il revival leoniano con l’ultimo componente di una trilogia (interamente restaurata) che contribuì a rivitalizzare il western. La ricerca di un tesoro, con mezzi più o meno sleali, da parte di un furbo cacciatore di taglie, di un sordido bandito e di un perfido killer contrapposti l’uno all’altro (al di là di temporanee alleanze), con la Guerra di Secessione ancora sullo sfondo (e la “digressione” sul ponte da conquistare acquisisce con il tempo un maggior valore di condanna dei conflitti armati). La mano è ormai sicura, gli intrecci sono sapidi e ammiccanti, i rallentamenti furbamente studiati.
La frase della settimana
«In alcuni luoghi si crea un campo di energia.» Il cantante Jimmy Cliff durante il suo intervento nel documentario dedicato al più sperduto, magico e prolifico studio di registrazione, situato in Alabama, Muscle Shoals – Dove nascono le leggende (Muscle Shoals,USA, 2013) di Greg ‘Freddy’ Camalier.