Un hobby, coltivato con amore e passione, può diventare una grande occasione di solidarietà. E’ quello che ha fatto un gruppo di amiche, più di dieci anni fa. Ha trasformato la comune passione per il lavoro a maglia in una grande e coinvolgente azione di solidarietà. Nasce proprio così, nel 2008, ad Alessandria, l’associazione Cuore di Maglia.
Alcune di loro avevano iniziato a dedicarsi alla Neonatologia dell’Ospedale Civile locale.
Cuore di Maglia per le Terapie Intensive Neonatali italiane
Così, fin dalle sue origini, il progetto dell’associazione Cuore di Maglia si inserisce con grande naturalezza nel percorso di umanizzazione delle cure, promosso dalle Terapie Intensive Neonatali italiane.
Ben presto, grazie alla condivisione tramite i primi blog e forum dedicati alla maglia, l’iniziativa si propaga anche a Torino e fuori dai confini del Piemonte.
Oggi, Cuore di Maglia è presente in più di 90 reparti di Terapia Intensiva Neonatale in tutta Italia e collabora anche in progetti di cooperazione internazionale.
La mission
Ma qual è la mission di questa singolare iniziativa?
Ne abbiamo parlato con Cristiana Brenna, presidente dell’Associazione Cuore di Maglia ODV.
La nostra finalità primaria è quella di facilitare la relazione genitore-bambino in TIN e di umanizzare il percorso di degenza che spesso è lungo e procede con difficoltà tra fasi alterne.
Abbiamo assistito nei nostri 10 anni di attività a tanti cambiamenti e ne abbiamo anche facilitato la diffusione.
Con il passare del tempo, Cuore di Maglia si è evoluta e il logo originario (il cuore rosso con i ferri viola) è stato sostituito con una nuova immagine più rappresentativa degli obiettivi della nostra Associazione. Dal 2018, una mano che circonda di morbidezza e calore un neonato rappresenta la nostra mission, il cerchio che racchiude il tutto simboleggia l’unione e la partecipazione di tutti gli associati.
Collaborazione con i medici
Perché una collaborazione così attiva pure con i medici?
In effetti, i medici hanno spronato e ispirato il nostro impegno, dandoci le motivazioni e i suggerimenti perché fosse sempre più mirato e specificatamente rivolto a risolvere alcune esigenze primarie nelle procedure di accudimento personalizzato offerto all’intera famiglia prematura.
Pensiamo, infatti, all’importanza dei dou-dou nel creare il primo contatto sensoriale ed emotivo tra mamma e bambino. Si tratta di morbidi pupazzetti che portano al piccolo il rassicurante profumo della mamma e con i loro peduncoli offrono al bambino occasione di stimolo tattile e conforto nei momenti di stress legati alle manovre degli operatori.
Così come le speciali copertine “twist” e i sacchi nanna pensati per il contenimento posturale e per la marsupioterapia. Anche questi indumenti sono stati ideati o perfezionati per rispondere alle necessità degli operatori, ma continuano ad essere degli oggetti d’affezione familiare con l’aspetto colorato e la morbidezza di un corredino da neonato.
La maglia, un linguaggio universale
La maglia parla un linguaggio universale. Tant’è che la vostra attività si estende fino in Africa. Come viene accolta dalla popolazione di Paesi dove, per le condizioni climatiche, non esiste la cultura della maglia?
Anche in paesi lontani i nostri lavori sono utili e molto bene accolti. Le nostre volontarie mettono sempre una grande cura nella scelta dei colori e degli abbellimenti. Quando i lavori, poi, sono destinati ai bimbi africani questa attenzione è ancora maggiore.
In particolare, si apprezzano molto le copertine twist per avvolgere e contenere i piccoli in un abbraccio morbido e coloratissimo.
La maglia, il calore dell’utero materno
Perché proprio la maglia? Cosa esprime a livello sensitivo? Quali gli effetti
terapeuti?
La maglia è elastica e avvolge senza stringere. Asseconda con dolcezza i movimenti dei piccoli che si sentono confinati e, quindi, più sicuri e stabili. Ricorda la sicurezza e il calore dell’utero materno. Aiutare a ricreare questa situazione di stabilità ha effetti davvero benefici per il bambino, perché nella condizione di quiete matura e si sviluppa anche il suo sistema nervoso centrale.
La Rete dell’amore
Il
vostro è un classico esempio del grande potere della rete sul piano della
solidarietà. Il numero è cresciuto vertiginosamente. Come realizzate una rete
vincente?
La forza del progetto è nell’immediatezza dei suoi risultati. Chi contribuisce col suo lavoro ha il riscontro concreto di quanto sia utile e apprezzato. Non ci sono passaggi intermedi. Le volontarie consegnano alla delegata e quest’ultima effettua il controllo della qualità e dell’igiene dei manufatti, prima di donarli ai reparti di zona. C’è un forte legame dei gruppi di lavoro con gli ospedali di zona. Ma c’è anche la rete delle delegate che serve a sostenere le richieste che ci arrivano da tutte le zone d’Italia e anche dalle strutture all’estero.
Il progetto è uno solo, ma ci sentiamo molto unite e gratificate dall’impegno che ci accomuna in tutte le città in cui siamo presenti. C’è una grande stima e fiducia reciproca tra le delegate che ci fa fare un enorme lavoro di squadra, e un grande sostegno da parte di tutte le iscritte che si sentono parte integrante e motore di tutta l’associazione.
L’associata tipo? Chi ha voglia di donare
Chi è la vostra associata tipo?
È una donna che dà forma alle idee e sa lavorare in gruppo con armonia. Può
essere una ragazza, una giovane mamma, una donna che lavora, una nonna che
partecipa agli incontri o che lavora tranquilla da casa propria. Siamo tutte
molto diverse, ma ci accomuna il piacere di condividere la nostra passione per
un bel progetto di solidarietà che ci dà quotidianamente forza e coraggio.
Ci sono uomini che aderiscono al vostro progetto?
Sì, abbiamo alcuni uomini iscritti, ma
naturalmente ce ne sono tanti che, pur non lavorando a maglia, condividono il
nostro entusiasmo e ci sostengono pazientemente in tutto. Sono i nostri
compagni e mariti!