Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

No i Beni Culturali e l’identità Siciliana alla Lega Nord. Insurrezione siciliana

No, i Beni Culturali e I'identità Siciliana alla Lega Nord. Una scelta riprorevole. L'opinione dei siciliani detentori dell'identità siciliana. Lo sdegno, lo sgomento, lo sconforto sulle pagine della nostra testata

di Patrizia Romano

Va bene che in politica debbano prevalere principi, per carità ‘sacrosanti’, come l’interesse personale, lo scambio di poltrone, il baratto di nomine, le coalizioni di beceri interessi, ma quando si esagera, si esagera.
E questa volta, dopo le impellenti nomine di poltrone fatte in pieno clima di emergenza sanitaria, sociale ed economica, il nostro governatore regionale ha esagerato veramente. Possiamo dire che abbia, persino, superato sé stesso nel fare prevalere questi sacrosanti principi della politica.
Le assegnazioni ai vertici di Iacp, Enti Parco e Consorzi Universitari, fatte in piena crisi, non sono bastate a dargli pace. Per quietare il suo pesante travaglio, Musumeci doveva assolutamente, improrogabilmente e impellentemente assegnare la delega ai Beni Culturali e Identità siciliana.
E a noi sta bene. Non possiamo permettere che la ‘bellissima Sicilia’ diventi tale troppo tardi. Ma questa volta, le sue inopportune e paradossali scelte ci hanno, a dir poco, scioccato e sconvolto. Una decisione imperdonabile. Una scelta che ci squalifica agli occhi di tutta l’Italia. Persino in Val Padana se la ridono, dopo essersi anch’essi ripresi dallo sgomento.

I siciliani insorgono sui Social


Abbiamo chiesto conforto. Conforto che abbiamo cercato nelle innumerevoli manifestazioni di disapprovazione arrivate da ogni dove.
Quelle più autorevoli per l’ampio coinvolgimento di gente comune, siciliani veri sono i gruppi F.B.
‘Fuori la Lega dalla Sicilia – No i Beni Culturali alla Lega’, con 61.531 iscritti, per esempio, oppure ‘No Beni Culturali alla Lega Nord-Musumeci dimettiti’, con più di 35.065 membri, che, tra l’altro, crescono di minuto in minuto. I membri di ciascun gruppo sono rappresentati da movimenti antifascisti, liberi, a-partitici, cittadini del mondo, senza padrini e senza padroni, contrari a ogni forma di colonialismo.

Tonnellate di sdegno e disapprovazione

Innumerevoli i post raccolti ogni giorno. Tutti meritevoli di finire nelle prime pagine di tutte le testate locali che si fregiano l’onore dell’identità siciliana, quella vera. Ma i gridi di libertà, sono migliaia e non possiamo racchiuderle nello spazio stipato delle pagine di un giornale. Così, le urla di dolore si spezzano nel silenzio assordante dell’indifferenza di chi alimenta la svendita dell’identità siciliana come carne di porco in pasto ai fagogitori del potere.
Non ci resta che invitarvi a seguirli su F.B. e interagire con questa ampia  componente libera, colta, aperta al mondo di siciliani che riconoscono i diritti umani.

La freschissima designazione della domenica pomeriggio, dopo un anno e mezzo di vuoto, di Alberto Samonà, nuovo assessore

E quando questo articolo era già impaginato, piomba l’improvvisa designazione, da parte del Presidente della Regione, del successore del compianto prof. Sebastiano Tusa: Alberto Samonà è il nuovo Assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana. Il “trasferimento” della delega, che il Governatore Musumeci ha tenuto per sé per ben un anno, avviene in un sonnacchioso pomeriggio domenicale, ieri per l’appunto. In realtà, però, la decisione di attribuirlo alle Lega era già nota e aveva già suscitato forti malumori: il mondo civile e culturale non  ha la memoria corta e non ha mai dimenticato il disprezzo della Lega proprio nei confronti di quell’Identità Siciliana che oggi vorrebbe rappresentare. E diciamo vorrebbe perché noi, in effetti, se fossimo leghisti, qualche perplessità non tanto sui Beni Culturali quanto sull’Identità Siciliana, l’avremmo.

Nulla in contrario sulla persona Samonà, anche se…..


Ora….. nulla quaestio nei confronti di Alberto Samonà come persona e come collega, ma qualche dubbio sull’identità politica di Samonà, che dopo una lunga e ben nota militanza nella destra, ha fatto una esperienza nei 5Stelle per poi ripiegare sulla Lega, a dire il vero ce l’avremmo.
Tuttavia, abbiamo voluto chiedere a diversi esponenti del mondo politico, la congruità di un esponente leghista (al momento delle domande e delle risposte ancora non vi era alcun nome) all’Assessorato Beni culturali e Identità Siciliana. Ecco le loro risposte.

Lo sdegno di Antonio Ferrante – Pd

C’è una frangia dell’opposizione, però, che non accetta questo delirio.
“Già qualche mese dopo la scomparsa di Sebastiano Tusa avevo espresso il timore che Musumeci tenesse in caldo l’Assessorato ai beni culturali e all’identità siciliana per consegnare non solo politicamente, ma anche culturalmente la Sicilia a Salvini- dichiara al nostro giornale, Antonio Ferrante del Pd -. Purtroppo, oggi, i nostri timori sembrano confermati, ciò che più ci preoccupa è l’idea di una contaminazione culturale della nostra identità, non dimentichiamo il ciclo di conferenze sui dittatori organizzate allo Stabile di Catania con la regia dell’assessorato al turismo a guida FdI.


Identità siciliana con le parole al limite della xenofobia di Salvini

Il rischio di assegnare un assessorato così importante alla Lega è quello di ritrovarsi un assessore che rappresenti l’identità siciliana con le parole sovraniste e al limite della xenofobia di Salvini, fatto inaccettabile che contrasteremo con forza”.

Gandolfo Librizzi del Pd

Ancora più profondo, rimanendo dentro le fila del Pd, dal quale ci aspettiamo una lotta incisiva, è il commento di Gandolfo Librizzi, componente assemblea nazionale Pd. Anche Librizzi affida il suo sfogo alle pagine del nostra testata. “L’assegnazione dell’Assessorato regionale della Sicilia dei Beni culturali e dell’Identità siciliana alla Lega Sovranista (già Nord) – dichiara – è un ossimoro e pone problemi politici e culturali di prim’ordine. Provo a dire perché.

I motivi

1. Perché in tutta Italia, neanche in Padania, esiste un Assessorato regionale che si chiami dell’Identità. La Sicilia è l’unico esempio di un’istituzione e di una Amministrazione così denominata. Allora introdotta per contrapporsi al vento e al verbo del Nord leghista (già) che del Sud faceva strame.

2. Con la delega, la Lega in Sicilia non dovrà solo gestire i Beni culturali ma deve occuparsi anche, quasi come materia distinta e particolare, dell’Identità siciliana, assegnando a questa specifica e particolare accezione una precisa mission di Governo culturale che va oltre il concetto stesso di beni culturali.

Azione amministrativa priva di contenuti

Non è cosa da poco anche perché occorre riempire di contenuto l’azione amministrativa quotidiana nel verso di una reale emersione di tale identità siciliana. Chiamare così un assessorato è stato un azzardo e una sfida ad oggi tutt’ora irrisolta. Perché l’Identità è già di per sé un concetto complesso, non sempre chiaramente compreso. Almeno nella sua natura intrinseca. Se poi lo si applica alla sfera del Governo di un’Amministrazione regionale, allora le cose si complicano.

Cos’è la vera identità di un popolo

Nel caso della Sicilia, in questo senso, come anche di molte altre terre di confine, l’identità è il frutto secolare di diverse sovrapposizioni, sintesi di lunghe contaminazioni, di una confrontazione che la storia ha reso necessaria.
Ancora e non solo. A questi luoghi di confine, come è sempre stata ed è la Sicilia, la storia stessa ha assegnato un compito speciale: proprio perché posti lungo il confine geopolitico questi luoghi sono diventati i casi emblematici di una nuova e osmotica area culturale riflettendosi nello spirito degli stessi luoghi il suo essere di passaggio, di transito, di attraversamento, di invadenze e permanenze culturali.

Perciò l’identità che si è andata formando in questa terra, è Identità di luoghi non chiusi ma aperti per forza necessitante di accoglienza.

Poniamo degli interrogativi

La scelta di tale delega alla Legale dovrebbe interrogare tutti i siciliani e tutte quelle forze politiche, anche di centro destra, fintamente sicilianiste e/o autonomiste che in questi anni hanno rivendicato profili ‘identitari’ che oggi, alla prova della ‘ragion di Regione’ (la sopravvivenza degli equilibri di potere), cadono miseramente.
Ecco, come si può conciliare tutto questo con il pensiero della Lega Nord, ora Sovranista, che per definizione e enucleazione della propria posizione ideologica e politica contrasta e annulla tutto questo?
La svendita della propria identità fatta per meri calcoli di potere, non solo svende la dignità stessa di una terra ma uccide lo stesso concetto che equivale alla sua vita.

Un ossimoro

Un ossimoro, appunto. Che sfregia la dignità di un popolo. A meno che il soggetto politico, La Lega sovranista (già Lega Nord), non riveda le sue posizioni e le cambia (improbabile).

Salvo Fleres di Unità Siciliana- LeApi risponde con irona

Ma ci sono pure i commenti di chi non ha mai avuto un’aperta opposizione al Governo Musumeci e che, comunque, in questa occasione non ha potuto fare a meno di esprimere il proprio sdegno. E’ il caso di Salvo Fleres, portavoce di Unità Siciliana- LeApi, che affida in un comunicato ironico la speranza di salvare una Sicilia che Musumeci non renderà bellissima.

Cercasi padano per l’identità siciliana

“Cercasi padano per l’assessorato alla identità siciliana.  Così la regione diventerà bellissima –ironizzava sul prossimo ingresso della Lega nella giunta regionale -. La prova per l’attribuzione della carica consisterà nella spiegazione del termine schiticchio, nella pronunzia del numero trentatré e nella spiegazione della frase moviti fermu”.

Il parere di un accademico, il professore Andrea Piraino

Meno ironico, ma altrettanto incisivo, sempre all’interno  di Unità Siciliana- Le Api, è stato Andrea Piraino. “Questo settantaquattresimo anniversario dello Statuto siciliano difficilmente potrà essere dimenticato – diceva in un comunicato il professore Piraino -.  E ciò, grazie ad un Presidente della Regione nella migliore delle ipotesi miope. Invece di preoccuparsi di arginare il nuovo disastro annunciato dell’avvento di almeno cinquantamila nuovi disoccupati e dell’aumento della povertà individuale e familiare – spiega Andrea Piraino, Presidente di Unità Siciliana-LeApi – invece di lanciare un grande progetto di riforma della regione per guidarne la rinascita dopo il Covid19, approfitta della situazione per mettere ‘a posto ‘secondo un mero calcolo di sopravvivenza politica la maggioranza d’aula. Ed ecco un posto in giunta – all’Assessorato che deve diffondere e difendere l’identità siciliana- per un uomo della Lega, partito la cui azione politica  non è mai stata  ispirata alla solidarietà nazionale, ma ostile al Sud e alla Sicilia.

Eppure nelle scorse settimane Unità Siciliana-Le Api aveva dato pubblicamente a Musumeci un consiglio politico di grande spessore, suggerendogli l’azzeramento di questa giunta con la costituzione di un governo di emergenza nel quale inserire le migliori rappresentanze dei settori economico-sociali della Sicilia.

Una bomba per il 74 esimo anniversario dello Statuto Siciliano

Invece, alla vigilia del 74°anniversario dell’approvazione dello Statuto arriva questa bomba istituzionale che saboterà  l’intera storia dell’Autonomia siciliana la quale, pur con tutti i difetti noti che vanno corretti, costituisce un dono prezioso che abbiamo il dovere di consegnare arricchito alle generazioni future.
Se Musumeci voleva passare alla storia, quest’anno ha buone possibilità di riuscire: o per aver celebrato la fine della stagione autonomistica o per aver subito l’inizio di una rinascenza del Popolo siciliano che finalmente ritornerà ad essere protagonista del proprio destino, spazzando via questa attuale classe politica sempre più ripiegata in sé stessa e preoccupata solo della propria sopravvivenza.”

La Consulta delle Culture difende lo spessore culturale e la vera identità del Primo Cittadino

E non parliamo, all’interno del Comune, dove la Lega si prende l’onere di dubitare il senso di identità siciliana del sindaco Orlando, attaccando duramente la visione illuminata del nostro primo cittadino. Il presidente della Consulta delle Culture, Ibrahima Kobena contesta questo attacco, a nostro parere, vuoto e privo di fondamenta della Lega, che nel suo concetto distorto e perverso di cultura, dichiara: Adham Darawsha è simbolo delle radici siciliane. La sua scelta, come assessore alla Cultura, è frutto della visione illuminata del nostro primo cittadino.
«La nomina di un medico palestinese come Adham Darawsha ad assessore alle Culture rientra nella politica lungimirante del nostro primo cittadino, finalizzata a dare un nuovo volto al capoluogo siciliano, valorizzando la vera cultura e la storia della nostra amata città».

Parla il presidente della Consulta delle Culture

Per  Ibrahima Kobena, presidente della Consulta delle Culture di Palermo, «la strada tracciata dal Comune contro la politica di chiusura e di odio verso gli altri elegge Palermo città da sempre multiculturale, culla di diverse civiltà».

«Il leader del carroccio – sottolinea il presidente Kobena –  forse dovrebbe studiare bene la storia della sua regione,  in quanto le radici europee a cui fa riferimento sono costituite da più civiltà:  araba, greca, romana e non solo. Spesso, infatti, abbiamo bisogno di interpreti di varia nazionalità per spiegarci il vero significato di monumenti e luoghi storici. Vorrei, quindi, ricordare a Igor Gelarda che la religione di cui si vanta, in base alle sue radici, è nata a Nazareth, città di cui è originario l’assessore Darawsha. In poche parole, il nostro assessore alle Culture è il simbolo delle “radici siciliane”, figlio di una delle civiltà presenti e testimone vivente della religione cristiana. Non posso che ringraziare il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, per la sua visione illuminata perché, scegliendo una persona che ha una conoscenza approfondita della nostra terra e che sa rispettarla attraverso la costruzione di un percorso di buone pratiche, ha saputo rappresentare l’identità culturale della nostra città infondendole anche tanto amore».


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