Mobbing in Sicilia. Un problema che ferisce la dignità del lavoratore e dell’essere umano in quanto tale. Un fenomeno di cui si continua a parlare. Decisamente vergognoso, se consideriamo che riguarda una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ma soprattutto, un fenomeno dilagante, visto che coinvolge più di 1.000.000 e mezzo di lavoratori italiani.
Insomma, una vera piaga.
E questo è solo il dato ufficiale delle statistiche. Sarebbero, infatti, molti di più coloro i quali subiscono vessazioni, pressioni e altre forme di violenza psicologica sul posto di lavoro.
Solo una sparuta minoranza denuncia
Basti pensare che un decimo degli intervistati de L’Inchiesta Sicilia ha confessato di avere subito quanto meno umiliazioni da un suo superiore. Quindi, un 10 per cento, contro un 4,2 per cento dei nazionali. Il 50 per cento di quanti hanno subito vessazioni è composto da donne. Ma, a questo punto, bisogna chiedersi quali siano le ragioni di una tale differenza. Vale a dire, tra la percentuale riscontrata dalla nostra testata e quella degli istituti di statistica: Mera discordanza o sintomo di ragioni assai più profonde?
Le vere ragioni
Ci sembra più probabile la seconda ipotesi e i motivi non possono che essere due. Il primo, magari, che non si sa di essere soggetti a mobbing, in quanto non si conosce neppure il significato di tale termine oppure, pur conoscendolo, per non mettere a rischio il proprio posto, non si denunciano i fatti. Il secondo, invece, riguarda in particolare, il mobbing in Sicilia, dove il lavoro si rivela, sempre più, un bene prezioso da difendere a tutti i costi e dove ragioni storiche e culturali hanno educato la gente al silenzio, comunque, anche quando pesa troppo.
Etimologia del termine mobbing
Per ovviare al primo problema, basta semplicemente spiegare il significato del termine mobbing, dicendo che deriva dal verbo inglese To mobe, che vuol dire attaccare. Figurativamente anche accerchiare in senso traslato. Questo viene utilizzato nella società moderna per indicare qualsiasi atteggiamento che può essere ricordato alla violenza psicologica. L’assoggettare, il sottomettere, il ridicolizzare, l’emarginare, il dimensionare o il mansionare, il non qualificare, si da metterlo in ridicolo alla prima difficoltà professionale. Ma il termine mobbing sottende pure insulti e, in taluni casi, anche molestie sessuali, sebbene questi due ultimi casi sono assai più rari, perché non ci si troverebbe più dinanzi al fenomeno del mobbing, ma dinanzi a dati giuridicamente rilevanti per il diritto civile, o addirittura perseguibili penalmente.
Il mobbing è un reato
Tuttavia, bisogna ricordare che, purtroppo, questo rischio non scoraggia del tutto la gente e che, seppure in minore misura, si sono registrati casi in cui il mobbing è sfociato in un reato. Invece, per ovviare al secondo problema, quello del silenzio sul mobbing in Sicilia, soprattutto, non basta convincere chi ha subito le vessazioni a rivolgersi ai sindacati, ai costruttori, alle associazioni e, laddove esistono, ai centri antimobbing.
Maggiore tutela giuridica
Bisognerebbe, altresì, approntare una normativa in grado di assicurare al malcapitato la dovuta tutela, senza fargli sentire il peso di essere vittima. In assenza di una legge ad azione specifica, l’onere della prova incombe su chi promuove l’azione. Vale a dire, sul vessato che non sempre può o vuole mettere in moto meccanismi procedurali lunghi come telenovele e terribilmente fastidiose. Questo avviene in particolare nel mobbing in Sicilia.
L’Italia fanalino di coda sul piano giuridico
L’Italia, anche se non può definirsi ancora una volta, fanalino di coda, come al solito prende e perde tempo. Mentre in Parlamento giacciono decine e decine di disegni di legge che attendono soltanto di essere approvati.