Palemo e altri sei comuni siciliani in zona rossa. A questo punto la domanda sorge spontanea: ma non sarebbe meglio chiudere tutto per 15 giorni e potenziare la campagna vaccinale? Cittadini e imprese sono sfiancati da questo balletto di ordinanze, mentre la percentuale dei vaccinati sull’intero territorio nazionale continua a essere risibile. Confusione e incertezze di una politica confusa.
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha firmato ieri pomeriggio l’ordinanza con la quale trovano applicazione nel Comune di Palermo le disposizioni nazionali per le “zone rosse”.
Il provvedimento è entrato in vigore a mezzanotte e avrà efficacia fino al 14 aprile compreso. Anche alle scuole si applicheranno le disposizioni nazionali quindi, le attività scolastica e didattica saranno in presenza solo fino alla prima media compresa. Per tutte le altre attività scolastiche è prevista la DAD.
Le suddette misure sono state adottate a seguito della richiesta del sindaco di Palermo di disporre provvedimenti maggiormente restrittivi rispetto all’attuale “zona arancione” e dopo la relazione in tal senso del Commissario ad acta per l’emergenza Covid dell’area metropolitana di Palermo
Il sindaco Orlando
“Dopo mesi di incertezze sui dati, sull’andamento dell’epidemia e sullo stato di pressione subita dal sistema ospedaliero e dai suoi operatori, a Palermo si registra purtroppo e viene adesso comunicata una situazione estremamente preoccupante di aumento continuo di nuovi contagiati – ha detto il sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando – certificata dalle relazioni fornite in queste ore dal Commissario per l’emergenza e dal Capo Dipartimento Regionale Prevenzione e che determina la necessità della zona rossa.
Nell’auspicio che tutti comprendano veramente e finalmente la gravità della ormai evidente incertezza e contraddittorietà di dati forniti in passato e di pressione sulla situazione e sulla tenuta ospedaliera che sta mettendo a rischio centinaia di vite, non possiamo che ribadire che non è più rinviabile un tavolo di confronto urgentissimo perché il Governo nazionale e quello regionale valutino tutti i provvedimenti necessari a garantire il diritto alla salute ed aiuti veri alle famiglie e alle imprese.
Per quanto riguarda le scuole, ci atterremo alle disposizioni nazionali richiamate dal Presidente della Regione che prevedono la didattica in presenza fino alla prima media inclusa, confidando nel fatto che un flusso di dati continuo e attendibile permetta un costante monitoraggio della situazione nei prossimi giorni e riservandoci la possibilità, qualora la situazione dovesse richiederlo, di provvedimenti ancora più restrittivi in conformità a quanto si realizza da tempo nel resto di Italia e secondo le prescrizioni nazionali”.
La Lega, Gelarda
“Mettere Palermo in zona rossa significa decretarne la morte economica. Dopo oltre un anno di sacrifici e di mancati ristori e di
crisi economica. Questo è il colpo finale”. Questo quanto dichiarato dal capogruppo della Lega al Comune, Igor Gelarda.
“Diciamo le cose come stanno: nonostante le parole del sindaco Orlando, sempre dure ma mai precise, a Palermo sono mancati completamente i controlli per scoraggiare assembramenti e riunioni che hanno favorito gli aumenti dei contagi. Senza parlare dei folli assembramenti per andarsi a vaccinare, considerati come necessari, ma assolutamente evitabili.
Se questa zona rossa resterà solo un provvedimento amministrativo, non ci saranno immediate contropartite in ristori, anche massicci, andiamo
verso il disastro. Palermo è la città d’Italia con più alto tasso di disoccupazione giovanile e una di quelle con il più basso PIL pro capite. Piove si sul bagnato, non dobbiamo morire di covid ma così costringiamo migliaia di famiglie alla fame”.
La Lega, Anello
“Tutelare la salute dei palermitani è la priorità, ma attenzione ad una zona rossa fotocopia dell’anno scorso per gli effetti decisamente imprevedibili che potrebbe avere sui cittadini più fragili ridotti ormai in povertà”.
È quanto afferma Alessandro Anello, consigliere comunale della Lega e vicepresidente della commissione attività produttive.
“A Palermo il quadro economico e sociale è profondamente peggiorato dopo 13 mesi di lotta alla pandemia. E’ certo che se il numero di contagi e dei ricoveri cresce, le restrizioni sono necessarie ma, rispetto al 2020, le misure di contenimento del virus adesso devono andare di pari passo con azioni straordinarie di sostegno soprattutto economico alle migliaia di palermitani senza più nessuna forma di sostentamento. E’ inutile imporre la zona rossa e tutti chiusi in casa senza per esempio consentire le aperture alle attività produttive dove si possano garantire controlli e distanziamenti efficaci. Dopo un anno non è più possibile parlare di emergenza servono azioni concertate che garantiscano tutela della salute e tutela del reddito”.
Sinistra comune, Evola
“L’istituzione della zona rossa nella città di Palermo è la diretta conseguenza della falsificazione dei dati, nei mesi scorsi, da parte della regione – dice Barbara Evola, capogruppo di Sinistra Comune in Consiglio comunale.
Oggi le cittadine e i cittadini dovranno pagare ancora lo scotto di una politica attenta ai consensi e non alla salute di tutti e tutte. È necessario che il governo nazionale e regionale si facciano carico della grave situazione economica della città: la pandemia e i provvedimenti consequenziali stanno impoverendo il tessuto produttivo della città ed è necessaria un’attenzione particolare alle esigenze sociali di Palermo”.
M5S
“Da quanto tempo Palermo doveva essere zona rossa? Probabilmente almeno da metà marzo, il provvedimento più restrittivo per contrastare i contagi al galoppo però non arrivò e si optò per una zona arancione che ha lasciato ugualmente pesanti ferite sulla pelle dei commercianti, che ora si trovano a dover fronteggiare un lockdown generalizzato che rischia di dargli la mazzata definitiva”.
Lo affermano il capogruppo del M5S all’Ars, Giovanni Di Caro e i componenti della commissione Salute di Palazzo de Normanni, Francesco Cappello, Antonio De Luca, Salvatore Siragusa e Giorgio Pasqua.
“Se si fosse deciso allora per la zona rossa – concludono – probabilmente si sarebbe ora di fronte a ben altri numeri, con prospettive migliori davanti, e invece si torna al punto di partenza, con la differenza, però, che le imprese sono ormai alla canna del gas”.
Altre 6 zone rosse istituite ieri sera in Sicilia
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, su richiesta dei sindaci e sentito il parere delle competenti Asp territoriali, ha istituito sei nuove “zone rosse”. Precisamente le restrizioni riguardano i comuni di Acquaviva Platani e Marianopoli (in provincia di Caltanissetta ), Alessandria della Rocca e Cattolica Eraclea (Agrigento), Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) e Calascibetta (Enna). Per questi comuni si applicano le disposizioni previste dal DPCM del 2 marzo 2021, e le restrizioni saranno in vigore dall’8 aprile fino al 22 aprile 2021.
Sono inoltre prorogate fino al 14 aprile 2021 le “zone rosse” per i comuni di Acate (provincia di Ragusa), Centuripe e Regalbuto (provincia di Enna).
Per finire, sentiti i sindaci e dietro parere dell’Autorità sanitaria, è stata disposta, dal 7 aprile al 17 aprile 2021, la sospensione delle attività scolastiche e didattiche di ogni ordine e grado nei comuni di Caltanissetta, Regalbuto e Solarino (provincia di Siracusa).