In un’animata assemblea organizzata dal collettivo “Arte e Martello” con più di duecento firme di adesione, che si è svolta all’interno del Complesso Monumentale dello Spasimo, i teatri privati denunziano la sordità delle istituzioni culturali. Sordità, di fronte alla attuale drammatica situazione di stallo.
La posizione del Presidente del Consiglio di Amministrazione del Teatro Biondo professor Giovanni Puglisi
All’assemblea del collettivo “Arte e Martello” è intervenuto in collegamento online il Presidente del Consiglio di Amministrazione del Teatro Biondo professor Giovanni Puglisi. Puglisi, pur rendendosi disponibile a rispondere alle domande dell’uditorio, si è trincerato dietro la solita “ineccepibilità” formale. In realtà, dimostrandosi di fatto poco sensibile alle richieste provenienti dal mondo dello spettacolo e dell’arte. Affinché le istituzioni culturali pubbliche, abbondantemente foraggiate da Stato, Regione e Comune, si pongano in sinergia con le piccole realtà private. Queste, a causa della pandemia, e non solo, si trovano oggi nell’impossibilità di operare.
Le varie proposte
Tra le varie proposte avanzate quella di potere allestire ogni anno da parte dei piccoli teatri uno spettacolo da rappresentare al Biondo con due repliche. Tutto con la finalità di diffondere più capillarmente e a prezzi contenuti la fruizione del teatro presso tutte le fasce sociali.
La polemica sulla Villoresi aperta da Bertolino
La polemica nei riguardi della direttrice artistica del Biondo Pamela Villoresi era stata recentemente innescata dal comunicato stampa del Presidente della Commissione Cultura del Comune di Palermo Francesco Bertolino. Bertolino, senza mezzi termini, aveva invitato la Villoresi a dimettersi. “Per quanto avvenuto in questi anni della sua direzione, caratterizzati dalla scelta di mettere in cartellone già in corso d’opera per la stagione estiva due suoi spettacoli datati, dallo scarso coinvolgimento delle realtà cittadine e dall’inadeguata capacità di investire sui giovani locali”.
Perché le dimissioni della Villoresi?
Abbiamo chiesto a Francesco Bertolino di chiarire meglio la sua posizione.
Cosa c’è dietro la sua richiesta di dimissioni della Villoresi?
Nulla di personale. Credo che la politica debba avere il compito di ascoltare e dar voce alle istanze che provengono dalla comunità. E io ho semplicemente raccolto dal mondo degli artisti e dei teatri privati un malessere su questa gestione. Una gestione troppo autoreferenziale e con una scarsa disponibilità all’ascolto e alla collaborazione con gli artisti e le maestranze locali. È indispensabile una sinergia tra pubblico e privato, che certamente è stata deficitaria sotto questa direzione artistica.
Come è possibile realizzarla?
Dando la possibilità ai teatri privati di sentirsi parte di una comunità. Invece, si avverte sempre più forte il distacco tra il Teatro stabile e le piccole realtà private. Un maggiore dialogo, una costruttiva condivisione riporterebbero le periferie al centro, creando un circuito virtuoso per la salvaguardia dei caratteri identitari di ciascun teatro.
Lei considera lo stabile una palestra per gli artisti locali?
Questo dovrebbe essere. La stessa scelta di delegare ad altre istituzioni la propria scuola di teatro, la ritengo una scelta sbagliata. La scuola del Biondo ha da sempre rappresentato un luogo di promozione della nostra identità culturale.
Quali altri effetti può avere questa nuova modalità di fare teatro?
Un confronto continuo tra le tante realtà presenti non potrà che arricchire la nostra comunità. Accorciando, altresì, quel distacco che oggi si vive tra chi gode di finanziamenti pubblici e chi è tagliato fuori. Un confronto con le piccole realtà consentirebbe di accorciare questa distanza, ma sono convinto che arricchirebbe anche la stessa stagione del Teatro Biondo. Pippo La Barba