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I murales, la fantasia al muro.

La riqualificazione delle periferie e dei quartieri degradati passa anche dal decoro degli edifici e dell'aspetto delle strade, di conseguenza i "murales" svolgono in maniera creativa la funzione di esprimere la voglia di una piena rinascita e di una reale “corrispondenza” col resto della città

di Redazione

I monumenti ed il patrimonio architettonico rappresentano la Storia e il Passato di una città e meritano non solo cura ed attenzione da parte degli abitanti, ma anche l’ammirazione  dei visitatori forestieri. Tuttavia, all’interno di una grande metropoli, esistono alcuni quartieri degradati e problematici che non vanno dimenticati, anzi andrebbero valorizzati attraverso frequenti manifestazioni pubbliche in modo tale da comunicare alla popolazione il senso di appartenenza al medesimo tessuto sociale cittadino.

I murales sui muri dei quartieri più degradati

Spesso, camminando per le vie della città, abbiamo modo di apprezzare alcuni murales che compaiono sui muri dei quartieri più degradati della città. Attraversare i rioni, che i manuali consultati dai turisti sconsigliano di frequentare, si rivela sempre un’esperienza stimolante, che ci fa rendere conto degli sforzi  compiuti per tentare di migliorare le condizioni urbane e sociali di una parte di popolazione da sempre trascurata.

La riqualificazione anche attraverso il decoro dei muri

Le origini dei murales

La riqualificazione delle periferie e dei quartieri degradati passa anche dal decoro degli edifici e dell’aspetto delle strade, di conseguenza i “murales” svolgono in maniera creativa la funzione di esprimere la voglia di una piena rinascita e di una reale “corrispondenza” col resto della città.

I dipinti murali costituiscono una forma di espressione artistica che ebbe origine nell’America centro-meridionale e si diffuse rapidamente in ogni continente. Al giorno d’oggi le opere d’Arte realizzate all’aperto, su muri scalcinati o saracinesche contorte, hanno perduto l’originaria carica rivoluzionaria o celebrativa e, anche se, certe volte, qualche autore azzarda sarcastiche denunce sociali, generalmente i murales hanno assunto un valore unicamente estetico e sono stati totalmente accettati.

I murales in spazi pubblici

Al fine di evitare che le pareti vengano imbrattate senza criterio da qualsiasi vandalo di passaggio, il Comune di Palermo, in passato, aveva creato un Albo di artisti qualificati ed autorizzati a produrre i loro lavori in 28 spazi pubblici individuati per accogliere opere temporanee, permanenti o semi-permanenti. Tuttavia non tutti gli street artist attivi sul territorio sono stati favorevoli alla forma di regolarizzazione adottata.

Nei sottopassaggi

Lungo le pareti dei sottopassaggi di Brancaccio, costruiti per superare la ferrovia che attraversa il quartiere, sono stati realizzati diversi murales per rendere le moderne infrastrutture simili a delle variopinte “gallerie d’arte”.

Al Papireto

Nella zona in cui un tempo scorrevano le malsane acque del fiume Papireto, oggi si snodano le intricate viuzze del rione Danisinni. Le iniziative e i progetti intrapresi in questo quartiere sono state numerose e sembravano affrontare concretamente i disagi derivati dall’ambiente. Tra gli artisti che hanno partecipato al progetto “Rambla Papireto”, decorando i muri delle case, c’è stato anche l’argentino Guido Palmadessa, il quale ha contribuito con la rappresentazione del “cibo relazionale”, su una parete di 6 metri per otto, che domina una “fattoria” piena di ortaggi ed animali da cortile.

La semplicità dei murales sorprende ancora

Nonostante molti problemi irrisolti, i quartieri disagiati riescono, con la semplicità dei murales e la naturale cordialità della gente, a sorprendere positivamente anche i visitatori meno indulgenti.

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